Wall Street grida vendetta contro Alan Greenspan dopo la decisione di lasciare invariati i tassi d’interesse nonostante la frenata dell’economia.
Sotto accusa l’intera strategia del presidente della Fed, che ha voluto mettere la briglia quando la locomotiva Usa correva a un ritmo del 5% annuo.
Vediamo come si sono mosse le altre principali banche centrali mentre la Federal Reserve aumentava il costo del denaro dell’1,75%.
Paese |
Ultima Variazione |
Variaz. % dal 12/99 |
U.K. |
10 febbraio |
+0,50 |
USA |
16 maggio |
+1,00 |
Canada |
17 maggio |
+1,00 |
Nuova Zelanda |
17 maggio |
+1,50 |
Hong Kong |
19 maggio |
+1,00 |
Svizzera |
15 giugno |
+1,75 |
Australia |
2 agosto |
+1,25 |
Giappone |
11 agosto |
+0,25 |
Norvegia |
20 settembre |
+1,50 |
BCE |
5 ottobre |
+1,75 |
Corea del Sud |
5 ottobre |
+0,50 |
Danimarca |
27 ottobre |
+2,10 |
Fonte: Morgan Guaranty Trust Co. |
Per una copertura completa sulle ultime decisioni della Federal Reserve vedi anche: Tassi: Usa, la Fed li lascia invariati al 6,5%, Usa: Clinton, non lascio in eredita’ la recessione, Tassi: un glossario per interpretare la Fed, Tassi: tutti gli uomini della Federal Reserve, Tassi: Usa, tutti i numeri all’esame della Fed e Tassi: Usa, il dilemma di Alan Greenspan .