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Vendite scatenate sull’oro. Chi è che sta speculando al ribasso?

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NEW YORK (WSI) – Proseguono le vendite sull’oro, che sconta il rafforzamento del dollaro e le aspettative di un rialzo dei tassi sui fed funds Usa il prossimo anno. Uno scenario del genere ridurrebbe di fatto l’appetibilità dell’oro come bene rifugio per eccellenza. Sui mercati di New York, le quotazioni del metallo prezioso oscillano ai minimi dal luglio del 2010, dunque degli ultimi quattro anni, dopo aver rotto il supporto chiave a quota $1.180 lo scorso venerdì, sulla scia della notizia dell’ennesima manovra straordinaria di quantitative easing della Bank of Japan (che ha indebolito lo yen a fronte di un dollaro rafforzato per la fine del QE annunciata dalla Fed).

Per Chris Weston, responsabile strategist dei mercati presso IG, la ripresa economica americana potrebbe portare l’oro a crollare entro la soglia di $1.000 entro la fine del 2015. “Ci troviamo in una fase toro per il dollaro Usa che durerà anni. E se il dollaro si rafforzerà, i prezzi dell’oro soffriranno come conseguenza”. Da segnalare che le quotazioni dell’oro non sono scese sotto i $1.000 dal settembre del 2009.

Ma fino a che punto sono i fondamentali dei mercati a condizionare il trend dell’oro? Per il quinto giorno consecutivo, si susseguono infatti rumor secondo cui “qualcuno” starebbe smobilizzando ingenti posizioni sull’oro attraverso il mercato dei futures, scegliendo tra l’altro la stessa ora: 12.30 am a New York, le 6.30 ora italiana. Stanotte, con più di 13.000 contratti scambiati sulla materia prima, di un ammontare di $1,5 miliardi, i prezzi dell’oro sono precipitati a $1.151, al minimo dall’aprile del 2010. Si fa notare come l’orario corrisponda alla paura pranzo per chi fa trading in Giappone.