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Fed: aumento tassi in 2015 potrebbe essere prematuro. La lezione del 1937

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NEW YORK (WSI) – Mentre la Bce rimane alle prese con la domanda “QE o non QE”, la Fed fa fronte alla sfida di riuscire a tenere solida l’economia americana, nonostante la fine delle manovre straordinarie di politiche monetarie accomodanti che sono state adottate negli ultimi anni. Stando a un articolo di Bloomberg, lo spettro che i mercati temono di più porta un nome, anzi un numero, ben preciso: 1937.

Quello fu l’anno in cui, dopo la ripresa successiva alla Grande Depressione, la Fed decise di ricorrere alla politica monetaria restrittiva in modo prematuro, riconsegnando così l’economia Usa allo status di recessione. Il pericolo che la Banca centrale americana ripeta lo stesso errore è ben presente negli esperti del mondo della finanza, come dimostra un sondaggio a cui hanno partecipato 22 dealers che fanno operazioni dirette di trading sui Treasuries Usa.

I dealers ritengono che ci sia di fatto una probabilità del 20% che la Fed, che ha intenzione di alzare i tassi sui fed funds nel corso del 2015, sarà costretta a riportarli allo zero entro i due anni successivi.

Di recente, sia William C. Dudley, presidente della Fed di New York, che Charles Evans, presidente della Fed di Chicago, hanno rievocato l’errore commesso dalla Fed nel 1937, nel parlare di quello che l’anno prossimo dovrebbe essere il primo rialzo dei tassi da quando il costo del denaro venne abbassato a zero nel 2008. In particolare Dudley ha parlato della mossa degli anni ’30, come di uno “sbaglio orribile”.

Guardando al trend dei futures euro/dollaro, si evince che i mercati scommettono su tassi al 2,32% alla fine del 2017, molto al di sotto della stima media presso le autorità della Fed, pari al 3,75%, resa nota a settembre. la probabilità che i tassi siano inferiori all’1% entro la fine del 2017 è del 17,3%, contro l’11,4% di sei mesi fa.