MILANO (WSI) – Borsa Milano è rimasta sotto pressione a seguito della pubblicazione del rapporto sull’ occupazione Usa di ottobre. Mercati in generale molto volatili, attenzione al forte calo dei tassi sui Treasuries. A Piazza Affari il Ftse Mib ha chiuso in calo -0,99% a 19.095.
Sul mercato dei titoli di stato, spread BTP-Bund in lieve rialzo oltre 158 punti base, a fronte di tassi decennali in crescita al 2,37%.
Il report del lavoro degli Stati Uniti ha messo in evidenza che, a fronte di una creazione di nuovi posti di lavoro (+214.000 unità) inferiore alle attese, il tasso di disoccupazione degli Stati Uniti è sceso al 5,8%, minimo in sei anni.
Ma il dollaro ha comunque ceduto terreno, con il risultato che l’euro è salito +0,41% a $1,2424; nei confronti dello yen il dollaro ha ceduto -0,40% a JPY 114,74. Euro/yen +0,04% a JPY 142,57.
L’euro era sceso nelle ultime ore ai minimi di due anni sul biglietto verde dopo che Mario Draghi aveva aperto all’ipotesi di varare un Qunatitative Easing.
La Bce sarebbe pronta a iniettare mille miliardi extra nel mercato. Inoltre i programmi di T-LTRO, acquisti di covered bond e ABS dureranno altri due anni e permetteranno di ampliare il bilancio della BCE e riportarlo sui valori di inizio 2012. Nel compenso, Draghi non ha fornito dettagli sulle potenziali manovre future, senza di conseguenza veramente ridurre l’incertezza degli investitori.
Dopo essere scivolato sotto la soglia di $1,24, l’euro ha così recuperato terreno.
Il dollaro non ha beneficiato delle indicazioni rialziste arrivate sia dal numero uno della Fed Janet Yellen che dal presidente della Fed di New York William Dudley. In particolare, quest’ultimo ha affermato che un rialzo dei tassi sarebbe il benvenuto.
Vendite generalizzate su tutto l’azionario europeo, con 11 dei 19 indici settoriali che sono scesi, trascinati al ribasso dai titoli hi-tech e dalle banche greche.
“Le banche rappresentano una parte molto rilevante dell’indice (azionario europeo, lo Stoxx 600 Europe) ma anche dopo tutto quello che ha fatto la Bce, i prestiti e i crediti inesigibili rimangono il problema chiave”, ha fatto notare in una intervista rilasciata a Bloomberg Luca Paolini, responsabile strategist presso Pictet Asset Management con sede a Londra.
Sotto pressione soprattutto le banche greche come National Bank of Greece e Piraeus Bank, i cui titoli hanno ceduto -8% circa.
Male anche le banche italiane, che hanno contribuito alla discesa dell’indice Ftse Mib: giù Bper (-3,23%), Banco Popolare (-2,89%), Intesa (-1,52%), Ubi Banca -1,72% e Unicredit (-3,34%). Mps ha invece chiuso in lieve rialzo, +0,15%. Tra altri titoli, bene Cnh Industrial (+1,64%), Moncler +2,62%. In denaro Saipem (+4,95%), Prysmian (+3,40%) all’indomani dei conti trimestrali.
Telecom (-1,54%%) dopo una partenza sprint, nel giorno dei risultati che hanno evidenziato un miglioramento del mercato italiano.
In Europa bene ArcelorMittal, che ha riportato conti convincenti.
In Asia, l’azionario ha guadagnato in generale terreno, con Tokyo che chiude a +0,52%. L’indice MSCI della regione riduce così i cali settimanali al -1,2%, anche grazie alla diminuzione del numero delle richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti.
Tra gli altri mercati, forte recupero del greggio, con i futures sul petrolio che balzano a $78,95 al barile, in rialzo +1,33%. Oro +1,99% a $1.165,30 l’oncia, dopo essere sceso ai minimi di 4 anni.