MILANO (WSI) – Dopo uno sbandamento accompagnato da forti oscillazioni tra il territorio positivo e quello negativo, il Ftse Mib ha chiuso la seduta in rialzo +0,97%, a 18.965 punti.
Gli investitori sembrano aver digerito gli ultimi dati macro sul Pil delle maggiori potenze dell’area euro. Il sentiment era migliorato dopo la pubblicazione delle cifre sul Pil tedesco e francese, “nel complesso da valutarsi positivamente”. I numeri sono risultati migliori delle previsioni, ma non sono certo entusiasmanti.
Il fatto che la Germania (+0,1%) abbia scongiurato di piombare in una recessione tecnica dovrebbe alleggerire la pressione sulle spalle di Draghi. La Francia ha invece registrato il miglior risultato dal 2011: +0,3%. La dice tutta sulle difficoltà incontrata da Parigi negli ultimi 3-4 anni.
Il problema però è che se le condizioni dell’area euro sono tali – gli economisti di ABN Amro ora si aspettano una crescita dello 0,2% per tutto il blocco nel terzo trimestre – difficilmente la Bce varerà un nuovo piano di stimolo monetario in dicembre. C’è anche da dire, però che, se Germania e Francia hanno segnato tiepidi miglioramenti, le condizioni economiche dei paesi periferici sono tutto fuorché confortanti.
In Italia, per esempio, Pil negativo e recessione. Dunque, permane l’enigma della Bce, e soprattutto l’incognita sull’adozione o meno di un QE europeo in stile Fed.
A piazza Affari, occhi puntati su alcune aziende che hanno alzato il velo sui conti.
Il titolo Ferragamo +3% dopo che l’azienda ha riportato Ebitda e fatturato in aumento nei primi nove mesi, in sintonia con le attese degli analisti. Il management si aspetta per il quarto trimestre una crescita del fatturato del +6% grazie alle divisioni ‘wholesale’ e ‘travel retail’.
UnipolSai quasi +9%, sulla robusta crescita di utili e raccolta premi.
Titolo FCA +0,82% circa dopo i rumor relativi al piano per incassare da Ferrari 2,25 miliardi di euro prima del completamento delle operazioni di scorporo annunciate a fine ottobre.
Tra i titoli bancari scambiati sul Ftse Mib Mps +2,05%, Bper -0,89%, BPM +0,09%, Banco Popolare -0,72%, Intesa SanPaolo +1,56%, Unicredit +2,44%, Ubi Banca invariata. Tra titoli di altri settori Finmeccanica oltre +3,8%, Mediaset +0,48%.
Balzo di Autogrill, quasi +9%, anche in questo caso grazie alla pubblicazione del bilancio, che ha messo in evidenza come la società che fa capo alla famiglia Benetton abbia chiuso il terzo trimestre con un risultato netto da attività continuative pari a 65,4 milioni di euro, in crescita del 2,3% su base annua (+3,3% a cambi costanti), ricavi per 1,08 miliardi (-2,3%) e Ebitda di 144,1 milioni (-3,4%).
Nel debito fisso, Spread Btp Bund -0,36% a 159,01, a fronte di tassi decennali al 2,34%.
I nuovi segnali di un rallentamento della seconda economia al mondo, la Cina, e le perdite dei titoli energetici, sfavoriti dal persistente indebolimento del petrolio, appesantiscono l’azionario mondiale.
L’indice MSCI della regione Asia-Pacifico, escluso il Giappone, scivola dello 0,2%. Tokyo fa +0,56%: visto anche l’andamento del cambio dollaro yen, il mercato sta scommettendo sul rinvio dell’Iva.
L’economia cinese ha perso slancio in ottobre. L’attività nelle fabbriche è scesa e anche la crescita degli investimenti, che è ai minimi di 13 anni. Con la Federal Reserve che si prepara ad una stretta monetaria l’anno prossimo, l’avversione del rischio vista nei mercati emergenti all’inizio dell’anno potrebbe ripresentarsi, scondo gli analisti di mercato.
In tutto ciò, la Bce giocherà un ruolo fondamentale nell’evitare che tali rischi. “L’instabilità delle sedute degli ultimi giorni, dice a Reuters Junichi Ishikawa, strategist di mercato presso IG Securities, potrebbe continuare nei mercati in via di Sviluppo, almeno finché gli investitori si convinceranno definitivamente che l’allentamento monetario straordinario di Europa e Giappone può offrire un sostegno importante” ai mercati azionari.
Sul valutario l’euro +0,07% sul dollaro a quota $1,2484; nei confronti dello yen il dollaro +0,71% a JPY 116,55. Euro/yen +0,75% a JPY 145,48. Per il rapporto euro/dollaro, cruciale sarà la tenuta dell’area 1,24.
Tra le materie prime, i futures sul greggio in ripresa, avanzano a New York +0,92% a $74,89 al barile; oro +0,96% a $1.172,70.