TOKYO (WSI) – L’Abenomics potrebbe tornare. Se da un lato l’aumento dell’Iva per il momento sembra saltare, il governo giapponese potrebbe valutare la necessità di procedere con nuove misure di rilancio, dal momento che l’economia ancora zoppica.
Il ministro dell’Economia Akira Amari ha detto che se la misure fiscale viene rimandata, il governo varerà un piano di stimolo monetario che darà seguito alle misure di rilancio del governo guidato dal premier Shinzo Abe.
Secondo il capo del Tesoro nipponico, sia alzare le tasse sia rimandare l’appuntamento comportano entrambi dei rischi che devono essere ridotti. E l’aumento dell’imposta sui consumi non può essere posticipato all’infinito.
Se Abe decide di posticipare la stretta fiscale prevista per autunno dell’anno prossimo, dovrà fare tutto il possibile per raggiungere gli obiettivi di riduzione del budget e non sarà possibile rimandare indefinitivamente la misura, visto che la fiducia nella solidità del debito giapponese non può essere compromessa.
Per paura che comprometta la ripresa dell’economia, Abe potrebbe rimandare l’incremento dell’Iva dall’8% al 10%, mossa che era prevista per ottobre dell’anno prossimo.
Tuttavia, molti politici hanno iniziato a perdere fiducia nell’efficacia della manovra, convincendosi che i tempi non sono ancora maturi. In aprile, l’aumento dell’Iva all’8% dal 5% ha provocato la frenata economica più pesante dalla crisi finanziaria del 2009.
Il ministro delle Finanze Aso ha sottolineato che l’economia continua a rallentare, ma ha precisato che le riforme fiscali devono per forza continuare. Il passo della crescita è sempre più moderato mentre i consumi privati sono fermi.
Allo stesso tempo l’occupazione, i salari e gli investimenti stanno invece migliorando. Sono le due facce della medaglia di un’economia che ha vissuto anni di crescita sottotono.
Il rialzo dell’imposta sui consumi fa parte di un piano fiscale più ampio, con cui il governo intende aumentare il flusso di entrate nelle casse statali per finanziare i programmi di welfare, che costano sempre di più, e abbassare i livelli di debito pubblico. Il fardello, pari a 5 mila miliardi di dollari, più di due volte la portata dell’economia, è il peggiore al mondo.
Se l’aumento dell’Iva viene rimandato sarà difficile ridimensionare il deficit di bilancio primario per l’anno 2015-2016. Il budget primario non prende in considerazione i costi per rifinanziare il debito e le entrate derivanti dalle Aste di bond.
Il mese scorso la Banca del Giappone ha sorpreso i mercati espandendo le misure di stimolo monetario, nel tentativo di sedare l’inflazione e ridare energia a una ripresa fragile.
I rialzi dell’azionario e la ripresa del cambio dollaro yen sopra 116,00 ci dicono che i mercati sembrano scommettere sul posticipo della stretta fiscale.
Aspettando le elezioni e il rinvio dell’aumento dell’Iva, l’azionario di Tokyo ha guadagnato lo 0,56%.
(DaC)