MILANO (WSI) – Piazza Affari accelera al rialzo sul finale, in concomitanza con le parole di Mario Draghi che, in un intervento al Parlamento europeo, afferma che l’acquisto di titoli di stato è una opzione da prendere in conto. Poco prima un altro membro del direttivo, Yves Mersch, aveva elencato le altre armi a disposizione dell’arsenale dell’istituto di Francofore, come la possibilità di comprare azioni e oro.
“La borsa ha decisamente accelerato quando il numero uno
della Bce ha fatto un riferimento diretto agli acquisti di
titoli di Stato”, commenta a Reuters un trader della piazza milanese.
Il numero uno della Bce ribadisce anche che l’euro è irreversibile, rispondendo ad un parlamentare del Movimento 5 Stelle, Marco Zanni, sull’ipotesi di tenere un referendum sulla permanenza nell’euro. E ancora, Draghi sottolinea che una eventuale ristrutturazione del debito della Grecia sarebbe sbagliata e dannosa
Il listino Ftse Mib arriva a guadagnare anche +1,5%, ai massimi intraday, prima di chiudere in rialzo di +1,33% sui 19.200 punti. Volumi per 2,9 miliardi di euro. L’Euro buca 1,25 dollari, scivolando in area $1,2450. In luce World Duty Free, che prosegue la corsa iniziata venerdì dopo i conti. In ripresa le banche. In Europa l’indice FTSEurofirst 300 guadagna lo
0,5%.
Il sentiment di fondo era sino a quel momento negativo sull’azionario mondiale, appesantito dalla recessione annunciata in Giappone, la terza potenza economica al mondo. Con il passare degli scambi tali timori si sono però stemperati.
Aumentano inoltre le speculazioni su imminenti nuovi accordi che possano salvare le banche italiane particolarmente fragili, come MPS e Banca Carige.
Nel caso di Mps, dopo le parole proferite dal presidente Alessandro Profumo, lo stesso amministratore delegato Viola ha parlato del fatto che “tutte le opzioni sono aperte”. Il titolo guadagna oltre +2%, poi fa dietrofront.
Su Carige, indiscrezioni arrivano dalla stampa spagnola, che parla dell’interesse di Banco Santander ma anche di due banche italiane e una francese.
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Sul fronte dei titoli di stato, lo spread BTP-Bund a 10 anni accelera al ribasso, sui 154 punti base.
Tra i titoli del Ftse Mib, recupero di alcuni bancari che in un primo momento pagavano il taglio del target price di Nomura su diversi titoli. Unicredit e Intesa salgono entrambe più dell’1%. In rosso Finmeccanica e Telecom, che paga ancora le voci di un aumento capitale, smentite dal gruppo tlc.
Tonfo oggi per l’indice Nikkei della Borsa di Tokyo -2,96%, dopo il dato shock relativo al Pil del terzo trimestre che, con un calo -1,6% su base annua dopo la contrazione precedente del 7,3%, conferma che l’economia nipponica è scivolata in una condizione di recessione tecnica. Per il Nikkei è il calo è il più forte dal mese di agosto.
Sul valutario, il dollaro è balzato al nuovo record sullo yen, successivamente alla notizia, salendo fino a JPY 117, al valore più alto dal 2007. Da segnalare che lo yen è sceso -6,6% nei 12 giorni di trading successivi alla chiusura delle contrattazioni dello scorso 30 ottobre, alla vigilia della decisione della Bank of Japan di aumentare le manovre di politica monetaria espansiva. Ora dollaro/yen +0,16 a JPY 116,47 e euro/yen -0,38% a JPY 145,04. Euro -0,55 sul dollaro a quota $1,2452.
“I dati sul Pil giapponese hanno aumentato le preoccupazioni dei mercati sull’outlook della crescita globale e incrementato dubbi su fino a che punto il recente rally del dollaro e degli asset Usa possa essere giustificato”, ha commentato in una intervista a Bloomberg Greg Gibbs, responsabile della divisione di Strategia dei mercati sull’Asia Pacifico di Royal Bank of Scotland, a Singapore.
Preoccupano anche i problemi della Cina, con i crediti inesigibili delle banche al massimo dal 2005.
Forte reazione del greggio, che continua la sua fase ribassista. I futures sul greggio scambiati a New York -0,71% a $75,28. Peggio fa il Brent, -0,92% a $78,68. Quotazioni oro -0,28% a $1.182,30.
(Lna-DaC)