ROMA (WSI) – MPS e Banca Carige non sono le sole a navigare in cattive acque in Italia. Non bisogna farsi ingannare dalle ultime trimestrali “che sembrano fantastiche”, le banche italiane sono ancora “sott’acqua”.
A lanciare l’avvertimento è il il presidente di Monte Paschi ed ex AD di Unicredit, Alessandro Profumo.
Profumo è intervenuto anche sul futuro incerto di MPS. Se un potenziale acquirente dovesse presentarsi al capezzale della banca più vecchia al mondo, il team manageriale starebbe ad ascoltare.
L’istituto senese, tartassato dai debiti e bocciato gli stress test della Bce, è stato oggetto delle voci più disparate circa il suo futuro. Come potenziali cavalieri bianco sugli organi di stampa si è fatto il nome di Banca Intesa, BNP Paribas e persino di istituti cinesi.
Secondo un navigato opinionista di Reuters esperto del settore, Neil Unmach, ai francesi MPS farebbe gola perché consentirebbe di creare sinergie industriali enormi ed è indiscutibile che una fusione avrebbe senso per entrambi i gruppi finanziari.
Tornando allo stato di salute del settore nel suo complesso, durante una tavola rotonda al Consiglio nazionale della Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani), Profumo ha detto che “la migliore ha un ritorno sul capitale del 5% con il capitale che costa il 10 per cento. Siamo ancora sott’acqua”.
In uno scambio di battute con Lando Sileoni, segretario generale dell’organizzazione sindacale autonoma, Profumo parlando delle sofferenze del sistema ha osservato che nel caso del Monte dei Paschi “di perdite sui crediti ne abbiamo tante e sono tutte pmi”.
Per contare i grandi affidamenti, aggiunge Profumo, “le dita delle mani sono troppe”.
(DaC)