NEW YORK (WSI) – Come già successo in precedenza la forza del dollaro Usa, più che essere determinata dalle aspettative di politica monetaria in patria, è favorita dalla debolezza delle controparti europee e giapponesi.
Yen ed euro sono scivolati a nuovi minimi, pluriennali nel caso della valuta nipponica sul biglietto verde dopo la crisi politica apertasi in Giappone e dopo i dati sul PMI manifatturiero deludenti pubblicati in Eurozona.
L’euro è sceso ai minimi di seduta contro il dollaro dopo che i dati macro hanno mostrato una attività in frenata nel settore privato in novembre, facendo temere per una crescita fiacca nel quarto trimestre.
Mentre la Bce e la Banca del Giappone hanno confermato che sono pronte a varare nuove politiche di accomodamento straordinarie, la Federal Reserve ha interrotto il piano di quantitative easing e l’anno prossimo dovrebbe alzare i tassi di interesse fermi allo zero da diversi anni.
La divergenza nelle politiche monetarie si traduce in un gap in ampiamento sui tassi di cambio, con lo yen che scambia a 118 contro il dollaro.
Al momento la divisa giapponese cede lo 0,9% a 118,98 per biglietto verde, e scivola anche nei confronti della moneta unica, a 149,14 per euro: sono i minimi da ottobre 2008.
I rendimenti sul due anni giapponese si sono ormai in territorio negativo.
Il primo ministro Shinzo Abe ha deciso di indire elezioni anticipate e posticipare l’aumento dell’Iva di 18 mesi, visto anche l’effetto negativo che ha avuto sulla terza economia al mondo una simile misura in precedenza.
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L’attività del settore privato tedesco è scesa ai minimi di 16 mesi in novembre, con la produzione delle fabbriche che è stata stagnante. Il PMI manifatturiero è calato in area 50 e il settore dei servizi ha subito un rallentamento a 52,1 da 54,4. Si tratta sempre di una fase di espansione, ma meno sostenuta di prima.
Il Dollar Index di Bloomberg avanza dello 0,2% contro le principali valute rivali. L’euro si indebolisce dello 0,3% a $1,2517.
(DaC)