FRANCOFORTE (WSI) – “La situazione dell’inflazione nell’Eurozona è diventata sempre più difficile”. Mario Draghi, numero uno della Bce, ha parlato a un congresso che si è tenuto a Francoforte e ha ribadito che l’Eurotower farà “tutto quello che deve per alzare l’inflazione e le aspettative d’inflazione il più veloce possibile”.
D’altronde, la situazione economica dell’area euro resta “fragile” e le indagini sull’attività “suggeriscono che nei prossimi mesi è improbabile che si verifichi un rafforzamento della ripresa”.
La Bce “deve stare molto attenta ad evitare che (la bassa inflazione) inizi a propagarsi nell’economia, in modi che peggiorino le prospettive di crescita economica e di inflazione” stessa, ha precisato Draghi.
Ancora, “se la traiettoria attuale della politica monetaria non dovesse rivelarsi sufficientemente efficace a raggiungere questo obiettivo, o se dovessero materializzarsi ulteriori rischi sull’inflazione, aumenteremo la pressione e allargheremo i canali tramite i quali interveniamo alterando ritmo, mole e composizione dei nostri acquisti” di titoli.
Fibrillazione sui mercati, Draghi cita tra l’altro espressamente le misure di quantitative easing messe in atto dalla Fed e dalla Bank of Japan, portando così gli investitori a scommettere sull’arrivo di un QE.
Un Draghi deciso, quello che parla al Congresso di Francoforte, nella città sede dell’Eurotower, dove si consumano i conflitti sul futuro dell’Eurozona. Draghi ha negato di recente la presenza di attriti con altri membri del Consiglio direttivo della Bce, ma le dichiarazioni che Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, puntualmente rilascia, mettono in evidenza come nell’istituto non ci siano idee molto chiare sulle manovre da adottare, e in particolare sul QE.
Nel suo discorso Draghi ha precisato che l’Eurozona rischia un involontario inasprimento delle condizioni di politica monetaria, fattore che non è possibile risolvere ricorrendo a strumenti convenzionali. Per questo è così importante operare con misure straordinarie. “Quando le attese di inflazione calano, i tassi di interesse reali risultano aumentati, e sono quelli che contano per la maggior parte delle decisioni di investimento”.
E con i tassi di rifinanziamento vicini allo zero, non ci sono tante altre soluzioni. “In altri termini, il disancoraggio delle attese di inflazione causerebbe un inasprimento monetario di fatto, l’esatto opposto di quello che vorremmo vedere”. (Lna)