Società

Nuova tegola per Hsbc: al via indagine per frode fiscale

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

NEW YORK (WSI) – Se ne parlava da mesi. Ora è arrivata la conferma. La divisione svizzera di Hsbc è formalmente indagata dalla magistratura francese per aver aiutato alcuni clienti ad evadere le tasse.

“Confermiano che Hsbc Private Bank (Suisse) è stata messa sotto inchiesta formale da parte dei magistrati francesi che stanno esaminando se la banca ha agito in modo appropriato tra il 2006 e il 2007 in relazione a certi clienti per cui esistono requisiti sulle comunicazioni fiscali in Francia e sulle modalità con cui ha offerto i propri servizi nel paese”, si legge in un comunicato dell’istituto.

A Hsbc è stato chiesto di depositare una promessa di pagamento da 50 milioni di euro. “Continueremo a collaborare con le autorità francesi nel modo più completo possibile”, aggiunge l’istituto.

Per la banca non si tratta della prima grana ‘fiscale’ . Solo pochi giorni fa, la divisione svizzera Private Bank del colosso bancario è stata accusata dal procuratore federale del Belgio di aver aiutato i ricchi clienti del Belgio a evadere tasse, con danni all’erario per centinaia di milioni di euro. L’accusa è di ”seria e organizzata” frode fiscale, riciclaggio di denaro e offerta di servizi illegali per azioni condotte – affermano le autorita’ belghe – dal 2003 a oggi.

Il giudice, Michel Claise, accusa Hsbc private Bank di aver aiutato i ricchi belgi a spostare i loro risparmi dai conti in svizzera a holding con base a Panama e nelle Isole Vergini britanniche. L’obiettivo era quello di evitare il pagamento delle imposte previste dagli accordi fra Svizzera e Unione Europea, che puntano a tassare i ricavi generati dai conti all’estero dei cittadini europei. L’aliquota sui redditi da conti esteri fissata dall’Unione Europea è del 35% dal 2011. Sotto accusa è la gestione del patrimonio di più di 1.000 clienti belgi, soprattutto quelli attivi nel commercio di diamanti.

Nel 2012 Hsbc ha inoltre patteggiato negli Usa il pagamento di 1,9 miliardi di dollari per risolvere la disputa con la quale era accusata di aver ignorato per anni le indicazioni e i segnali di violazione delle norme anti riciclaggio.
(MT)