BRUXELLES (WSI) – L’inflazione è scesa ancora in area euro e ora la Bce è chiamata ad intervenire per impedire il verificarsi di una temuta spirale deflazionistica nella regione.
Alla ricerca di nuovi segnali in favore di un prossimo “Quantitative Easing” dell’istituto guidato da Draghi, su cui gli operatori scommettono sempre più intensamente sui mercati, il mercato ha accolto male gli ultimi dati sui prezzi al consumo.
In novembre l’inflazione è scesa al +0,3% in Eurozona, avvicinandosi sempre più pericolosamente a una fase di deflazione. I prezzi sono saliti dello 0,4% in ottobre.
Sempre nel mese in corso l’inflazione è salita al +0,2% in Italia.
Per Holger Schmieding di Berenberg non c’è più tempo da perdere. La Bce deve iniziare a comprare bond societari, perché secondo l’analista l’inflazione resterà sotto il target fissato dall’istituto (prezzi desiderati appena sotto al 2%) per ancora tanto tempo.
Finora Schmieding è stato abbastanza ottimista sulle prospettive di ripresa nel blocco a 18. Ma, parlando ai microfoni di Bloomberg TV, Schmieding ha detto di essersi sbagliato perché non poteva prevedere l’intervento militare della Russia in Ucraina, individuato come causa principale del deragliamento.
Ciò ha compromesso la fiducia delle aziende della Germania, la vera locomotiva d’Europa. Dal +2% il Pil è sceso al praticamente allo zero.
La Bce, che sta già comprando Abs e covered bond, deve intervenire già dalla prossima riunione di politica monetaria, prevista per metà della settimana che segue, espandendo ancora il bilancio e l’offerta monetaria.
(DaC)
