Economia

Bce da sola non può salvare l’euro, “va seguito esempio Giappone”

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NEW YORK (WSI) – Senza un ‘Abenomics’ all’europea, il Vecchio continente rischia di finire in deflazione. È l’allarme lanciato dagli economisti di Banca Syz asset management che, nell’ultimo outlook sul prossimo semestre, sostengono la necessità sempre più urgente di misure di rilancio attraverso interventi di politica monetaria e di bilancio, insieme a riforme strutturali volte ad aumentare il potenziale di crescita di lungo termine.

“Su questo fronte alcuni paesi europei hanno già fatto dei passi avanti, costretti dagli impegni sottoscritti per ricevere l’aiuto internazionale, all’apice della crisi. Ma con il tempo gli sforzi si sono allentati. Altre (grandi) economie non hanno invece ancora iniziato il processo…” scrivono gli analisti, aggiungendo che “la possibilità di ricorrere a misure di stimolo fiscale è limitata dall’assenza di margini di manovra per la maggior parte dei paesi europei, mente i paesi che dispongono di tali margini (in primis la Germania) preferiscono optare per la “prudenza”.

Giudizio complessivamente positivo è arrivato sull’iniziativa del nuovo presidente della Commissione europea di un piano triennale di spese infrastrutturali da 300 miliardi di euro. “Va nella direzione giusta, ma è più prudente aspettare che si realizzi prima di rallegrarsene”.

Il punto di più facile attuazione dell’Abenomics all’europea resta per gli esperti l’ulteriore allentamento della politica monetaria della Bce. “Le misure adottate da un anno (taglio dei tassi, TLTRO, programmi di acquisto di ABS e ” covered “, ma anche AQR e stress test) hanno contribuito ad allentare le condizioni monetarie e a stimolare l’inversione del ciclo del credito. Se al suo arsenale la BCE aggiungerà anche un programma di acquisto di obbligazioni « corporate » e, infine, sovrane, il persistente indebolimento dell’euro con conseguente calo dei tassi dovrebbero contribuire a mantenere la crescita europea (e l’inflazione) in territorio positivo”.

“Ma l’esempio giapponese – aggiungono infine gli economisti – ha dimostrato di recente che la politica monetaria da sola non può fare uscire l’economia dalle sabbie mobili della deflazione”.

Nei prossimi mesi l’attenzione resterà puntata sulla BCE, “ma le istanze politiche europee e i governi dovranno anch’essi svolgere un ruolo cruciale affinché nel 2015 sussistano le condizioni favorevoli alla crescita. Per ora è chiaro che tali condizioni non sono riunite”.
(MT)