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Crisi prezzi: previsioni inflazione ai minimi record

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ROMA (WSI) – La minaccia di una deflazione resta sempre viva in Italia. L’indice dei prezzi all’importazione dei prodotti industriali si è contratto dello 0,1% in ottobre rispetto al mese precedente e ha subito una flessione dell’1,7% nell’arco di un anno.

Al netto del comparto energetico si registra una variazione nulla rispetto al mese precedente e un calo dello 0,8% in termini tendenziali.

I prezzi dei beni importati, rispetto al mese precedente, diminuiscono dello 0,1% sia per l`area euro, sia per l`area non euro. In termini tendenziali si registrano diminuzioni dello 0,9% per l`area euro e del 2,3% per quella non euro.

Intanto un’indice tenuto sotto stretta osservazione dai mercati è sceso ai minimi di sempre, appesantito dai cali del valore del petrolio. Sale la pressione su Draghi. La Bce è chiamata ad agire in fretta per scongiurare una deflazione.

L’indicatore che misura le previsioni dei prezzi al consumo – il tasso swap a 5 anni dell’inflazione, ossia la media delle attese sui prezzi al consumo tra 5 anni, è scivolato ad appena l’1,6957%, un livello lontano dalla soglia del 2% indicata dalle autorità europee. La percentuale è più bassa del momento di panico da deflazione dello scorso autunno e anche dei livelli visti durante la crisi finanziaria.

Per l’area euro il contributo più rilevante lo si osserva nei beni di consumo non durevoli (-0,8 punti percentuali), mentre il contributo più ampio proviene dall`energia (-1,8 punti percentuali).

Il settore di attività economica per il quale si rilevano le diminuzioni tendenziali dei prezzi più marcate è, sia per l`area euro che per quella non euro, quello della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-6,7% per l`area euro e -8,5% per l`area non euro).

(DaC)