NEW YORK (WSI) – Wall Street chiude in calo una seduta in altalena condizionata ancora una volta dall’andamento in ribasso del greggio.
Nel finale, il DJ segna un calo dello 0,58% a 17.180 punti, lo S&P 500 perde lo 0,63% a 1.989 punti mentre il Nasdaq lascia sul terreno l’1,04% a 4.605 punti,
Dopo essersi risollevato in seguito a combattimenti in Libia che hanno messo a repentaglio le esportazioni da due terminali, il prezzo del greggio è tornato a scendere dopo le dichiarazioni da parte di Abdalla Salem el-Badri: il capo dell’Opec ha fatto capire che il cartello dei Paesi produttori potrebbe tollerare prezzi più bassi. Nel finale futures a gennaio hanno perso a New York 1,9 dollari chiudendo a 55,91 dollari al barile, minimi del maggio 2009.
Per quanto prezzi del greggio più contenuti facciano bene alla capacità di spesa dei consumatori, è la crescita globale che preoccupa. Gli investitori si aspettano che la Federal Reserve parli anche di questo nella riunione al via domani e che si concluderà mercoledì. Il rafforzamento del dollaro ha pesato sull’oro: i future a febbraio hanno ceduto 14,8 dollari, l’1,2%, a quota 1.207,70 dollari l’oncia.
In ogni caso, lo scivolone del greggio – intorno al 40% dai massimi di giugno – potrebbe portare la Federal Reserve a usare toni dovish, da colomba, alla fine della sua riunione mercoledi’. Su questo scommette il mercato.
Sul fronte macro, brutte sorprese dall’indice NY Empire State Index, sceso questo mese, rispetto a novembre, da 10,2 a -3,6 punti, ai minimi da due anni. Gli economisti avevano previsto un aumento a 14 punti. Ricordiamo che un indice superiore allo zero indica che nel settore manifatturiero dello Stato di New York ci sono più imprese ottimiste che pessimiste.
Cresce oltre le attese la produzione industriale americana. A novembre, in base alle cifre pubblicate dalla Federal Reserve, l’incremento è stato dell’1,3% mese su mese rispetto ad attese di +0,8%. Rivista al rialzo inoltre la lettura di ottobre a +0,1% rispetto al precedente -0,1%. Superiore alle previsioni anche la capacita’ di utilizzo degli impianti che si è attestata all’80,1% a novembre a fronte di attese di 79,4%. Rivisto il dato di ottobre a 79,3% da 78,9%.
Delude invece a dicembre l’indice Nahb, termometro della fiducia dei costruttori edili americani, che è calato a 57 punti. Il dato è inferiore alle attese degli analisti (58 punti) e a quello registrato a novembre, quando si era attestato a 58 punti.
Tra i titoli, occhio alla società di Warren Buffett, Berkshire Hathaway, sotto pressione con -3% circa, dopo l’annuncio dell’acquisto di Charter Brokerage, lo scorso venerdì.
Sul valutario, si rafforza lo yen dopo la netta vittoria elettorale in Giappone del premier in carica Abe mentre in Australia il dollaro sbanda ai minimi degli ultimi 5 anni dopo che un uomo armato, che ha esposto una bandiera islamica, ha preso in ostaggio diverse persone in un caffè di Sidney. Riguardo all’euro -0,28% a $1,2427; dollaro/yen +0,03% a JPY 118,78; euro/yen -0,26% a JPY 147,60.
Dopo avere messo a segno il maggiore rally settimanale dal giugno 2012, i prezzi dei Treasury tornano a calare. Il decennale cede 7/32 con rendimenti – che si muovono inversamente ai prezzi – al 2,129%, vicino ai minimi dell’anno in corso e lontano dal 3% dove avevano iniziato il 2014.
(Lna-Mt)