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Borsa Milano improvviso sprint sul finale: +3,3%

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MILANO (WSI) – Una seduta all’insegna di forti oscillazioni si chiude in forte rialzo per Piazza Affari, che grazie all’accelerazione della Borsa americana mette da parte le preoccupazioni legate al futuro della Russia e al tonfo del petrolio. Ftse MIB ha fatto +3,27% a 18.670 punti, spinta dal settore bancario. Pop Emilia e Ubi Banca guadagnano il 6,54% e 5,7% rispettivamente. Unica nota negativa Gtech.

Secondo i trader ad alimentare gli acquisti sono le ricoperture dopo le ultime pesanti perdite soprattutto sui titoli bancari ed energetici. Il rimbalzo avviene di pari passo con la reazione del greggio (+2% dopo aver toccato punte al ribasso di -3%).

Sull’indice principale, tra i migliori figurano Finmeccanica, che guadagna il 5,9% favorita dalle indiscrezioni circa un’offerta vincolante cinese su Ansaldo breda, Cnh Industrial (+5,24%) e Stm, che avanza del +4,87%. Tra i petroliferi Eni guadagna oltre il 3%.

Il crollo del greggio è stato scatenato anche dai timori sulla domanda interna della Cina. I futures sul greggio scambiati sulla piattaforma West Texas Intermediate reagiscono e avanzano dello 0,45% a 56,16 dollari al barile dopo essere scivolati sotto i $55 al barile per la prima volta in 5 anni.

In Usa al momento il Dow Jones guadagna l’1,22% a 17.390 punti, il Nasdaq fa +0,63% a 4.634 punti, lo S&P 500 +1,12% a 2.012 punti.

Reso noto l’indice manifatturiero della Cina stilato da HSBC, che è scivolato al minimo in sette mesi, entrando anche in fase di contrazione. Bene però la borsa di Shanghai, che scommette su ulteriori interventi di politica monetaria espansiva da parte della Banca centrale. Listino +1,97%.

Molto male invece la borsa di Tokyo, con l’indice Nikkei che ha bucato la soglia dei 17.000 punti, testando il minimo in cinque settimane e perdendo -2%. Hong Kong -1,11%, Sidney -0,65%, Seoul -0,85%.

Focus tra le altre notizie della giornata sulla Russia, dopo il maxi rialzo dei tassi della Banca centrale russa, dal 10,5% al 17%, nel disperato tentativo di frenare la caduta del rublo e arginare il rischio sempre più concreto di inflazione. Inizialmente il rublo ha recuperato terreno, ma poi è tornato a perdere, fino a quota 74 verso il dollaro, con un crollo superiore a -10%. Intervistata da Bloomberg Slava Rabinovich, amministratore delegato di Diamond Age Capital Advisers a Mosca, ha affermato che la Russia “è nel panico”.

Prosegue la fuga degli investitori dai mercati emergenti, con l’indice benchmark MSCI Emerging Markets che scivola per l’ottavo giorno consecutivo, soffrendo la fase ribassista più duratura dallo scorso settembre. Indice Dubai -7,7%, estende le perdite di questo mese a -32%.

Da segnalare che con le perdite della vigilia l’azionario europeo misurato dall’indice Stoxx Europe 600 ha azzerato i guadagni da inizio anno, messo ko dai titoli delle società energetiche e attive nel comparto delle materie prime, che hanno portato il listino a chiudere al valore più basso dallo scorso 20 ottobre.

Dopo aver guadagnato +13% dal minimo di quest’anno fino al record in quasi sette anni testato lo scorso 5 dicembre, lo Stoxx 600 ha perso -7,9% negli ultimi sei giorni di contrattazione. Forte avversione al rischio, investitori si rifugiano sul Bund tedesco, i tassi scivolano sotto lo 0,60%. Spread Btp-bund in crescita a 144 punti base con un rendimento che si riporta sopra il 2%

Sul valutario, euro +0,50% a $1,2499; dollaro/yen -0,42% a JPY 117,33. Gli investitori si posizionano forte sullo yen, considerato valuta rifugio. La divisa russa è scivolata anche sotto i 70 rubli per dollaro nonostante il rialzo dei tassi senza precedenti della banca centrale (al 17%).

(Lna-DaC)