ROMA (WSI) – E’ l’incubo di tutti: quello di vedere sgretolarsi il sistema sanitario nazionale. Già ora, complici file interminabili agli ospedali, malasanità e disservizi, molti cittadini italiani si rivolgono alla sanità privata. Molti – è bene precisare – di quelli che se lo possono permettere, visto che rimane un’ampia fetta che non potrebbe sostenere i costi altissimi di strutture non pubbliche.
Nuovi dati allarmanti sulle condizioni del SSN – sistema sanitario nazionale – arrivano con il Compendio SIC-Sanità in Cifre 2013, che è stato appena presentato da Federanziani.
A dispetto degli sforzi dello Stato centrale e delle Regioni di contenere la spesa pubblica, quella della sanità cresce ancora. Tanto che nel 2012 è arrivata a 113 miliardi di euro; ancora peggio, se si prende in considerazione l’arco temporale degli undici anni compresi tra il 2002 e il 2012, con un differenziale tra la spesa sanitaria di 34 miliardi di euro tra il primo e l’ultimo anno, si arriva a capire che si è verificato un balzo +43% della spesa sanitaria nazionale.
Ma ad aumentare è anche la spesa pro capite nazionale, che si attesta a 1.903 euro nel 2012, con un +4,5% negli ultimi quattro anni e ben +34% dal 2003.
Nullo l’effetto della decisione di ridurre l’attività ospedaliera: nel 2012 si è verificata di fatto una sensibile diminuzione del volume di ricoveri e di giornate di degenza erogate rispetto al 2010: circa 1 milione di ricoveri e 5,2 milioni di giornate di degenza in meno. Ma anche se la Spending Review ha ridotto ulteriormente di 7.400 il numero di posti letto a partire dal 1 gennaio 2012, e anche se calano le attività per acuti, la spesa sanitaria cresce.
L’SSN è presentato alla stregua di un mostro intasato da 1 miliardo e 365 milioni di prestazioni erogate ogni anno. E aumenta sempre di più il numero di chi deve pagare di tasca propria le spese per curarsi e a volte deve anche abbandonare l’idea, in quanto non ce la fa in termini economici.
Dell’ammontare delle prestazioni, in media ne vengono erogate 22,7 a cittadino, delle quali il 30-40% sarebbero evitabili o ingiustificate.
E intanto l’Italia diventa sempre più vecchia. La proporzione di over 65 cresce dal 20,2 del 2010 al 21,4 del 2014. E gli oneri per i cittadini crescono anch’essi, dal momento che i ticket sono balzati +10% negli ultimi 3 anni. (Lna)