ROMA (WSI) – Un quantitative easing, ovvero un QE all’insegna dell’austerity? E’ quello che viene da chiedersi nell’apprendere le ultime indiscrezioni che circolano in Europa, relative ai piani della Banca centrale europea di Mario Draghi.
Secondo alcune fonti, i funzionari dell’Eurotower starebbero considerando l’opzione di fare in modo che, in caso di QE, siano le economie più deboli ad accollarsi i costi e i rischi maggiori.
Le autorità hanno precisato che la Bce potrebbe di fatto richiedere alle banche centrali di paesi come Grecia o Portogallo di accantonare fondi extra al fine di coprire eventuali perdite che potrebbero presentarsi nel caso di un programma di acquisto di bond; l’accantonamento dei fondi sarebbe deciso in base al livello di rischiosità dei titoli di stato di ogni paese interessato dalla manovra di quantitative easing.
Una decisione in tale senso potrebbe forse convincere la Germania ad appoggiare il piano di acquisto di bond sovrani.
Ma la manovra potrebbe avere un effetto boomerang disastroso.
Un funzionario ha spiegato che una eventuale richiesta ai paesi più deboli dell’Eurozona di accantonare risorse implicherebbe che gran parte del rischio verrebbe sostenuto dalle banche centrali di ogni singolo stato membro, piuttosto che dalla Bce. “Le perdite verrebbero sofferte…dai singoli stati” .
Nessun commento è arrivato dalla Bce.
Ma se le voci fossero fondate, alla fine più che la Bce sarebbero le singole banche centrali ad avere il compito di acquistare i titoli di stato emessi dai rispettivi paesi. (dunque Bankitalia dovrebbe acquistare bond italiani).
In questo modo, a guadagnarci sarebbe la Germania, dal momento che i suoi bond godono di un rating elevato, mentre ulteriori rischi graverebbero su paesi che, sulla scia delle misure di austerity, già faticano a riprendersi. (Lna)
FONTE
– Reuters.
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