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Borsa Milano chiude in rialzo, MPS affonda

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NEW YORK (WSI) – Seduta positiva per la Borsa di Milano: l’indice Ftse Mib ha chiuso in aumento dello 0,48% a 19.074 punti. La nuova caduta del barile di petrolio (-2,6% a 55,63 dollari il Wti febbraio) non impedisce alle Borse europee di archiviare la seduta in rialzo grazie al supporto di Wall Street e alla minore tensione sulla Russia (rublo in recupero sotto 56 contro dollaro e sotto 70 contro euro).

Le vendite colpiscono ancora il settore energetico e i minerari, ma gli indici chiudono vivaci: +0,8% Francoforte, +0,3% Parigi.

Intanto, le ipotesi di una nuova ondata di accantonamenti per Mps e i timori che la Bce possa chiedere a Carige un aumento di capitale superiore ai 700 milioni preventivati hanno ancora affossato i due titoli in Borsa, che hanno nuovamente ritoccato i loro minimi storici. La banca toscana, più volte fermata in asta di volatilità, ha chiuso in calo del 6,8% a 0,464 euro, l’istituto genovese ha ceduto il 4,5% finale a quota 0,0549.

A Milano bene banche e lusso, ma sono alcuni big delle blue chip a frenare l’indice. Realizzi su Finmeccanica (-1,6%) in attesa di novita’ sulla vendita del settore trasporti, -1% Eni che paga il calo del greggio, -1% Telecom. Crollo di Seat Pagine gialle (-89%) nel primo giorno dell’assegnazione delle nuove azioni post aumento di capitale funzionale alla ristrutturazione finanziaria

In Italia al Senato il governo Renzi ha incassato la fiducia per la manovra finanziaria. La legge di Stabilità dovrebbe passare senza problemi anche lo scoglio della Camera.

Con le sue parole la Federal Reserve ha rassicurato gli operatori, ma il petrolio e la crisi politica in Grecia rischiano ancora di destabilizzare i mercati.

Il premier ellenico Samaras ha promesso all’opposizione di portare membri di partiti indipendenti pro europei nel governo e indire nuove elezioni a fine 2015 se i parlamentari accetteranno di sostenere il candidato da lui proposto come nuovo presidente della Repubblica.

Tra due giorni si terrà il secondo scrutinio per l’elezione del Capo dello Stato dopo che il primo round si era concluso con un nulla di fatto e con un risultato numerico deludente per il governo.

Se il parlamento di 300 membri non riuscirà a scegliere un candidato, a inizio febbraio si terranno elezioni anticipate, evento che metterebbe probabilmente a rischio il piano di salvataggio di Atene.
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Avvio di settimana positivo per le Borse asiatiche, con l’indice della regione che è ben impostato per realizzare la tre giorni migliore da oltre un anno.

Il benchmark della regione Asia Pacifico avanza dello 0,9% allungando al 3,4% i guadagni messi a segno dal 18 dicembre.

La Borsa australiana fa un balzo dell’1,9% e i mercati cinesi salgono ai massimi di 4 anni. La Borsa di Tokyo (indice Nikkei) fa segnare un rialzo timido dello 0,08%. L’indice RTS di Mosca fa +8%.

Sui mercati dei titoli di Stato, Spread tra Btp e Bund in lieve rialzo a 136 punti base. Il rendimento del Btp decennale scambia all’1,95%: sono i minimi storici dell’euro. Il tasso del dieci anni giapponese è sceso al livello più basso da aprile 2013.

A livello di commotidies, migliorano le materie prime e in particolare greggio e metalli. L’Arabia Saudita ha promesso che i prezzi rimarranno stabili e ora un recupero sui mercati è possibile. Allo stesso tempo l’Opec ha confermato che la produzione rimarrà inviariata a 30 milioni di barili fino a giugno.

I futures sul greggio americano: -2,6% a 55,63 dollari.

Sul valutario euro a 1,2265, in lieve ripresa. Euro/yen a 146,456. Il rublo prosegue la mini rimonta. Il cambio tra rublo e dollaro si attesta poco sopra quota 56 rispetto a 58,60 di venerdi’ scorso. Anche il cross con l’euro migliora a 69,18 rispetto a 71,25 della scorsa settimana. La borsa di Mosca inoltre rafforza il recupero.

(DaC-mt)