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Grecia: disfatta per Samaras. Elezioni anticipate, strada aperta a Syriza

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ROMA (WSI) – Il premier greco Antonis Samaras non ce l’ha fatta. Per la terza volta, il Parlamento ha detto no al suo candidato alla Presidenza della Repubblica, Stavros Dimas.

Le votazioni in Parlamento sono ancora in corso. Ma il verdetto è già scritto, dal momento che più di 121 parlamentari su 300 hanno rifiutato di dare il loro sostegno a Dimas. Di conseguenza, il quorum richiesto di 180 voti non è stato raggiunto.

Stando a quanto stabilisce la Costituzione, le prossime tappe saranno lo scioglimento anticipato del Parlamento e la fissazione della data per tornare alle urne, entro i successivi 10 giorni.

La prospettiva di elezioni anticipate – si potrebbe votare già il 25 gennaio – mette sotto pressione le borse di Atene e dell’Europa; si teme di tornare all’apice della crisi finanziaria del 2012, quando l’appartenza della Grecia all’euro venne messa a repentaglio dagli attacchi speculativi contro il paese.

Strada aperta ora per il partito di sinistra anti-austerity Syriza, che nei sondaggi viene dato in testa alle preferenze degli elettori.

Il timore è che, in caso di vittoria, il partito rifiuterà di accettare le condizioni di austerity imposte dalla troika in cambio di aiuti, e che dunque la Grecia sarà alla fine costretta a lasciare l’euro.

Il leader di Syriza Alexis Tsipras si è così espresso: “E’ in corso una operazione di terrore e di bugie. Un’operazione il cui unico obiettivo è di seminare il terrore nel popolo greco e far capitolare il paese ancora più a fondo nella povertà”. Recentemente il vice premier Evangelos Venizelos ha commentato: “Tutto è appeso a un filo….e se questo filo sarà tagliato, potrebbe esserci la catastrofe assoluta”.

“Stiamo per essere trascinati verso le elezioni, elezioni che nessuno vuole davvero – ha commentato in un’intervista all’Observer Pavlos Tzimas, commentatore politico – Non è neanche negli interessi di Syriza andare al voto ora, dal momento che il quadro politico ed economico è talmente confuso”. Ma “se ci saranno le elezioni (e si sa ora che ci saranno, l’intervista a Tzimas è avvenuta prima del voto di oggi), Syriza vincerà e il vero interrogativo sarà cosa accadrà il giorno dopo, dal momento che con l’arrivo di febbraio il governo avrà solo poche settimane per trattare con la troika”.

La troika ha acconsentito a estendere il programma di salvataggio a favore della Grecia fino alla fine di febbraio, rifiutandosi però di concedere un’altra linea di credito per il periodo successivo, in attesa di nuove negoziazioni con Atene.

E il punto è che sulla Grecia pende la Spada di Damocle di debiti a scadenza nei primi tre mesi del 2015 che ammontano a quasi 5 miliardi di euro. Torna insomma lo spettro di un default disordinato. E gli investitori tornano a scappare.

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ROMA (WSI) – Sotto pressione l’azionario di Atene, con gli investitori che scontano il rischio di elezioni anticipate in Grecia. L’indice benchmark segna un calo -5% stamattina.

Nella giornata di oggi, i parlamentari di Atene si riuniranno di nuovo per eleggere il presidente della Repubblica, che andrà a sostituire l’attuale in carica, Karolos Papoulias.

Si tratta del terzo scrutinio, dopo il flop – per il primo ministro e il suo governo – dei due precedenti, di cui l’ultimo lo scorso 23 dicembre.

In quell’occasione, il premier Antonis Samaras ha incassato l’ennesima disfatta, in quanto il suo candidato Stavros Dimas ha ricevuto l’appoggio di 168 parlamentari, numero inferiore a quei 200 di cui aveva bisogno.

In questo terzo scrutinio, i voti richiesti sono 180. Nel caso in cui, per l’ennesima volta, Dimas non dovesse ottenere il consenso minimo richiesto, la prospettiva per la Grecia sarebbero le elezioni anticipate; elezioni che potrebbero decretare la vittoria del partito anti austerity Syriza e rimettere in gioco il ruolo della Grecia nello scacchiere europeo.

La fazione di sinistra ha promesso che rinegozierà il debito pubblico ellenico e cancellerà tutte le misure di rigore messe in piedi dal governo in cambio degli aiuti internazionali ottenuti dai creditori internazionali della Troika (Bce, Commissione Ue e FMI).

Helena Smith del Guardian scrive da Atene: “Quanto accadrà lunedì in Parlamento non definirà solo la rotta per la Grecia, ma anche per l’Europa. Nel caso in cui Samaras dovesse vincere, si sarà in presenza di un grande voto di fiducia a favore di un uomo che, nonostante abbia criticato l’austerity, ha dato il via a politiche a favore dei creditori Ue, al fine di mantenere solvibile il suo paese. Ma se le elezioni presidenziali dovessero fallire, e si rendessero necessarie le elezioni anticipate come la Costituzione della Grecia stabilisce, trionferebbero proprio coloro che hanno intenzione di rovesciare quell’ordine”. (Lna)