ROMA (WSI) – Euro in apnea, scende fino a $1,2033, al minimo dal giugno del 2010, dopo aver riportato la perdita su base annua più forte, nel 2014, dal 2005.
Effetto Draghi sui mercati valutari. Il numero uno della Bce ha ammesso di non potere escludere il rischio di deflazione dell’Eurozona e si è detto pronto a modificare le proprie manovre di politica monetaria e ad agire.
Gli economisti intervistati da Bloomberg sono concordi nel ritenere che la moneta unica continuerà a perdere terreno anche quest’anno; nel 2014, la perdita contro il dollaro è stata -12% a $1,2098, al ritmo più forte dal 2005.
Kit Juckes, global strategist presso Société Générale a Londra, prevede che l’euro scenderà fino a $1,14 entro la fine dell’anno, un livello mai visto dal 2003.
“Nella Bce è in atto l’evoluzione maggiore – ha commentato Michael Sneyd, strategist del mercato valutario presso BNP Paribas a Londra – Negli ultimi 12 mesi, Draghi ha mostrato di essere un leader più forte e la nostra view per l’anno prossimo è di continui ribassi nel rapporto euro/dollaro”. BNP stima che l’euro scenderà fino a $1,15 entro la fine del 2015.
Ma non tutti sono così ribassisti nei confronti della valuta. Jane Foley, senior strategist della divisione di rapporti di cambio presso Rabobank International, a Londra, ritiene di voler vedere Draghi agire, “prima di arrivare a forti conclusioni”. La sua previsione è di un euro a $1,20, anche se esistono “rischi al ribasso” sull’outlook, come lei stessa afferma. “E’ molto difficile arrivare a conclusioni su quanto il QE riuscirà a deprimere l’euro ulteriormente, perchè così tanto è già scontato nel cambio. Quanto ancora l’euro potrà scendere?
Intanto, sulla scia dei ribassi dell’euro, il dollaro americano inizia il 2015 in forte rialzo, con l’indice che monitora il suo valore contro un paniere di altre valute che balza al massimo in quasi nove anni. In questo caso, aiutano la debolezza dell’euro e le attese su un intervento della Federal Reserve per alzare i tassi sui fed funds. All’inizio delle contrattazioni europee, l’ICE dollar index è salito fino a 90,72, valore record dal marzo del 2006, stando a quanto riporta il Wall Street Journal.
“Il flusso di dati economici pubblicati durante le festività natalizie rafforzerà la view di un’economia, quella degli Usa, che continuerà a crescere, mettendon la Fed più a suo agio nell’iniziare ad alzare i tassi a partire dalla metà di questo anno”, ha commentato Lee Hardman, economista dei mercati valutari presso Bank of Tokyo-Mitsubishi UFJ.