ROMA (WSI) – Manca poco alle dimissioni annunciate di Giorgio Napolitano e i bookmaker si stanno sbizzarrendo nel fare previsioni su chi gli succederà al Colle.
Gli scommettitori inglesi hanno preso un ventaglio di 25 nomi e il più quotato risulta essere Romano Prodi. Il professore di Bologna fondatore dell’Ulivo viene dato con una quota di 7 a 1 nel sito di Paddy Power.
Al secondo posto si piazza Stefano Rodotà (8 a 1), seguito quindi da Emma Bonino, Massimo D’Alema e Walter Veltroni (tutti e tre a 10). Un nome che si fa poco ma su cui puntano i bokmakers, essendo un politico che raccoglie ampi consensi, è l’ex DC Pierluigi Castagnetti (a 14).
Giuliano Amato è dato a 16, così come Marta Cartabia, 50enne docente e costituzionalista. La giudice della Corte Costituzionale dal 2011 è l’unica vera outsider nella corsa al Quirinale. È anche, pare, la candidata prediletta da Napolitano.
Casini e Berlusconi vengono dati a 25, Draghi – che ha già detto che non vuole fare il politico e vuole restare al timone della Bce fino al 2019 – è dato a 16 così come Pier Carlo Padoan. È quotata a 16 la presidente della Camera Laura Boldrini e la ministro della Difesa Roberta Pinotti.
Spunta anche il nome del renziano Paolo Gentiloni (ministro degli Esteri ed ex ministro delle Comunicazioni), che viene dato a 20. Anna Finocchiaro è la quinta donna più quotata, a 25 come Dario Franceschini, Franco Bassanini e i già citati politici di lungo corso Casini e Berlusconi.
La sesta figura femminile in graduatoria è Paola Severino (data a 33) seguita da Piero Grasso (a 40), presidente del Senato. Chiudono la classifica due esponenti di punta del PD, Graziano Delrio e Luigi Zanda.
Va ricordato che dai server italiani i sondaggi politici non si possono vedere in quanto sono bloccati da una legge del 2006.
Quando ha accettato di essere rieletto, Napolitano, 89 anni, aveva preannunciato che non avrebbe portato a termine il secondo mandato. Ciò in teoria dovrebbe aver dato tempo al premier Matteo Renzi e al suo partito che gode della maggioranza in Parlamento di preparare un nome unico che piacca anche all’Opposizione.
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Ma con il PD, come hanno dimostrato le ultime elezioni del presidente della Repubblica due anni fa, le sorprese sono dietro l’angolo. Proprio i renziani furono all’origine della disfatta politica del PD, che in una riunione molto contestata aveva scelto Franco Marini come candidato in grao di raccogliere il consenso.
A giudicare da buon senso e dichiarazioni dei suoi leader Forza Italia e Lega Nord si opporebbero alla scelta di Prodi, ma Sel, moderati e Movimento 5 Stelle potrebbero non opporre resistenza. Nel 2013 il due volte premier figurava infatti a sorpresa nella lista dei 10 candidati ideali scelti dagli elettori del movimento fondato da Grillo e Casaleggio.
(DaC)