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Soros: Ucraina non Grecia cruciale per sopravvivenza euro

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NEW YORK (WSI) – Le sanzioni imposte contro la Russia rischiano di rivoltarsi contro l’Europa e rivelarsi letali per la ripresa dell’Eurozona, molto di più di una vittoria del frangente anti austerity alle prossime elezioni in Grecia.

A lanciare l’avvertimento è l’investitore miliardario George Soros, che in un’intervista al Financial Times ha accusato i leader occidentali di aver adottato una strategia controproducente in Russia.

Piuttosto che l’imposizione di sanzioni, le autorità di Europa e Stati Uniti dovrebbero occuparsi del salvataggio dell’Ucraina in piena crisi economica e finanziaria. Kiev è l’unico paese al mondo che ha fatto i conti nel 2014 con una svalutazione della propria moneta più pesante di quella subita dal rublo russo.

Secondo il filantropo di origini ungheresi i leader europei stanno trattando l’Ucraina come se fosse un paese come tanti che ha un disperato bisogno di sostegno finanziario. Ma non è così.

Più che le elezioni in Grecia di fine mese è la crisi al confine orientale dell’Unione Europea a minacciare l’economia di tutto il continente e persino la sopravvivenza del blocco.

Il 25 gennaio ad Atene si vota per eleggere il nuovo governo. I sondaggi danno in vantaggio di 3-10 punti il partito di sinistra Syriza, che da tempo si oppone alle misure di rigore chieste dai creditori internazionali della Troika in cambio degli aiuti finanziari. Alexis Tsipras, leader del partito, ha promesso che se eletto tratterà per ottenere la svalutazione dell’enorme debito pubblico, stimato a 330 miliardi di euro, pari ad oltre il 175% del Pil.

Nei confronti della Troika, il governo greco è in debito di 280 miliardi. Tsipras intende rinegoziare tale somma, trasformandola in un maxi-bond “a scadenza illimitata”.

Per Soros non è però la situazione incerta in Grecia a dover preoccupare le autorità di Bruxelles. Le sanzioni economiche imposte dall’Occidente per colpire Mosca stanno avendo un effetto maggiore delle previsioni.

Mentre continua il collasso dei prezzi del petrolio, la Russia rischia di fare default sul debito pubblico, un evento che “non sarebbe sorprendente”, secondo il popolare finanziere. Tale evento sarebbe “un duro colpo inflitto alle banche europee esposte alla Russia”.

Gli analisti ritengono che la Russia sia un grosso problema per le banche europee. JP Morgan prevede ulteriori perdite su crediti per 4,2 miliardi di euro e 7,5 miliardi di euro di perdite se gli istituti Ue dovessero abbandonare gli affari a Mosca.

Le imprese più eposte e di conseguenza più a rischio sono Raiffeisen e OTP Bank. I prezzi di Borsa attuali di Unicredit (target price limato da 7,9 a 7,7 euro), Societe Generale e Ing scontano invece già rischi significativi, secondo la banca Usa.

Fonte: Financial Times

(DaC)