Mercati

Svizzera, segnali di pericolo: il franco non sarà più lo stesso

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

NEW YORK (WSI) – Guardando alle cifre pubblicate dalla banca centrale americana verebbe da pensare che non è possibile fare meglio (o peggio a seconda dei punti di vista). Gli utili registrati nel 2014 dalla Federal Reserve sono pari al 175% del proprio capitale. La somma equivale al budget di New York, California e Texas messi insieme ed è più di quanto guadagnano le principali banche del paese in un anno.

Anche il budget della banca nazionale svizzera non è stato da meno, però: l’istituto nazionale ha incassato profitti da sogno nel 2014, pari a 38 miliardi di dollari.

Se i profitti si mettono in rapporto al Pil, si scopre addirittura che la Swiss National Bank ha guadagnato nove volte tanto la Fed. Sono 5 mila dollari per persona e 9 mila per dipedente. In confronto i 98 miliardi della Federal Reserve sono noccioline.

I guadagni della SNB coprono metà dell’intero budget elvetico. I profitti della Fed, invece, sono pari ad appena metà dell’1%. Sono numeri incredibili che non sono affatto un segno di condizioni salutari, anzi. Sono un segnale di debolezza e di pericolo.

Motivi per cui Ernst Baltensperger, professore di economia all’Università di Berna, sottolinea che l’istituto dovrebbe abbandonare il limite imposto al rapporto tra euro e franco svizzero (il cosiddetto peg, fissato a 1,20).

“La Svizzera si è servita ottimamente di un floor così rigido”, dice il consulente presso il Centro Studi Gerzensee in un articolo pubblicato sul giornale Neu Zuricher Zeitung. Ma “è sempre stato chiaro a tutti che avrebbe comportato anche costi e rischi”.

“Sarebbe auspicabile che la SNB cambi la sua poliica del tasso minimo, almeno sul lungo termine. Il peg può essere sostituito con un limite più basso, da allineare in rapporto a un basket di monete rivali.

Il cambiamento darebbe al franco la possibilità di salire di prezzo sull’euro. “Sarebbe molto pericoloso mantenere le cose come stanno”.

Dopo che la Bce varerà un piano di Quantitative Easing il tasso di cambio tra franco ed euro non sarà più lo stesso. La calma piatta vista negli ultimi tempi su questo frangente è destinata a dare il posto a una tempesta che sarà al centro del grande circo dei mercati.

Il peg verrà modificato presto – tra otto sedute Draghi potrebbe annunciare un nuovo programma di acquisto di titoli di Stato nell’area euro – e da quel momento il cambio franco svizzero non rappresenterà più un fattore di poco conto nei mercati mondiali.

“Il paniere di valute consentirebbe un rilassamento del focus esclusivo sull’euro e consentirebbe alla Banca nazionale elevetica di adattare le sue politiche attuali senza rendere il franco eccessivamente attraente per gli sepculatori internazionali”.

Fonte: Neu Zuricher Zeitung

(DaC)