NEW YORK (WSI) – Mentre la deflazione erode la fiducia dei consumatori e con le aziende non assumono più in Europa, la situazione economica mondiale non fa che appoggiarsi alla sua maggiore potenza, gli Stati Uniti, l’unico motore della ripresa.
La Banca Mondiale ha tagliato le stime di crescita globale, avvertendo che l’economia internazionale è troppo dipendente dai soli Stati Uniti, la maggiore potenza economica al mondo.
Riviste al ribasso le previsioni per il 2015 e il 2016. Citate le performance sottotono di Giappone, Europa e alcuni Stati in via di Sviluppo.
Nel suo rapporto semestrale, la Banca ha previsto che l’economia si espanderà del 3% nel 2015 e del 3,3% nel 2016. In giugno gli economisti avevano previsto una crescita del 3,4% e 3,5% rispettivamente. Da parte loro gli Stati Uniti dovrebbero registrare un Pil del +3,2% (stime riviste al rialzo da +3%).
Una nota positiva è arrivata per la regione dell’Asia meridionale, mentre per la Russia le cose sono cambiate di molto. Da una crescita dell’1,5% ora le previsioni sono passate a una contrazione del 2,9% nell’anno in corso.
Le sanzioni economiche e il crollo del petrolio hanno un impatto devastante sull’economia di Mosca. Detto ciò, la Banca ha anche osservato come il tracollo dei prezzi del greggio offrirà una bella spinta all’attività mondiale.
Diversi fattori contribuiranno però a mitigare gli effetti positivi del calo della materia prima. La fiducia dei consumatori e delle aziende calerà ancora, mentre le banche centrali non riusciranno a trovare le misure necessarie per far crescere le attese di inflazione, non potendo tagliare ulteriormente i tassi di interesse, che si trovano ai minimi record.
A parità di potere di acquisto la Cina è diventata la prima potenza economica mondiale, secondo i calcoli del Fmi.
(DaC)