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Borsa Milano vola +2,36%, Zurigo fino a -12%. Euro vale $1,1615

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MILANO (WSI) – In una seduta ai limiti della schizofrenia, Piazza Affari chiude in buon rialzo. Il listino Ftse Mib ha accelerato al rialzo nel pomeriggio, registrando un rally del 2,36% a 18.845 punti. Borsa Milano si conferma la migliore in Europa. A livello settoriale si mettono in evidenza titoli legati all’export ed energetici.

Secondo i broker, la mossa della Snb “è positiva per l’Italia e gli altri paesi che esportano molto e hanno un indebitamento elevato”. Volumi alti, per un controvalore di circa 3,8 miliardi di euro.

Torna a fare dietrofront il petrolio, con i futures sul greggio Wti -0,33% a $48,32 al barile, Brent -0,31% a $48,54. Ma Eni vola (+3,7%). Oro +2,32% a $1.263,10.

L’indice Stoxx Europe 600 ha fatto un balzo di anche il +4% dopo l’annuncio shock della Swiss National Bank, la Banca Centrale Svizzera, che ha deciso di eliminare il limite minimo al tasso di cambio con l’euro, che era stato fissato a 1,20, e di tagliare anche i tassi di interesse sui depositi a -0,75%, per dissuadere gli investitori da comprare franchi come beni rifugio.

Rally da record per il franco svizzero e diametrale tonfo dell’euro, che crolla fino a -30% nei confronti del franco svizzero. KO anche il dollaro, che ha ceduto fino a -26% sulla moneta elvetica. Calo dell’euro anche nei confronti del dollaro. Nel pomeriggio la moneta unica -1,48% a $1,1615. Dollaro/yen -0,27% a JPY 117,03. Euro/yen -1,73% a JPY 135,87.

Il limite era stato introdotto dalla Svizzera ai tempi dell’apice della crisi dei debiti sovrani in Eurozona, per tutelare l’economia da un apprezzamento della valuta che stava diventando eccessivo, rischiando di mettere a rischio le esportazioni. Pericolo che a questo punto bisogna vedere se sia davvero rientrato. La Svizzera è un’economia forte e il franco svizzero, così come lo yen, viene considerato una valuta rifugio.

Questi ultimi timori sono scontati dall’azionario svizzero, con lo Swiss Market Index che è scivolato -12%, riportando la flessione più forte dal crash dell’ottobre del 1987. Smobilizzi scatenati sulle banche, UBS ha perso -11%, Credit Suisse -12%, Julius Baer -13%.

Subito dopo la notizia l’euro ha segnato inoltre un forte calo anche nei confronti del dollaro, bucando la soglia a $1,17, con un tonfo fino a sotto la soglia di $1,16 al nuovo minimo in nove anni, per poi riagguantarla.

Sullo sfondo, i timori di una grande crisi energetica in Europa, dopo lo stop della Russia alle consegne di gas naturali verso sei paesi.

Tra i titoli scambiati sul Ftse Mib, miste le banche: Mps +0,74%, Bper +2,34%, BPM +1,99%, Banco Popolare +2,35%, Intesa SanPaolo +2,76%, Unicredit +1,39%, Ubi Banca +1,76%; tra i titoli di altri settori, Enel +2,99%, Eni +4%, Mediaset +1,98%, Moncler +3,84%, Tenaris +6,2%

Sul mercato dei titoli di stato, spread Italia-Germania a 10 anni +0,85% a quota 133,04, a fronte di rendimenti decennali all’1,72%.

In recupero la maggioranza dell’azionario asiatico, sulla scia dei rialzi che hanno interessato le società energetiche del Giappone dopo il recupero del petrolio delle ore precedenti (recupero già svanito).

Balzo del Nikkei +1,86% e rally su Shanghai +3,5%. Seoul piatta +0,03%, Sidney sotto pressione con -0,42%.

In Asia l’interesse continua a concentrarsi sul mercato azionario cinese, che è cresciuto di $1,8 trilioni ($1.800 miliardi) di valore in sei mesi, stando a quanto riporta un articolo di Bloomberg, con i volumi di trading che sono balzati al record. Sebbene in calo -4,5% nell’ultima settimana, l’indice Shanghai Composite rimane +56% da metà luglio.

(Lna-DaC)