GINEVRA (WSI) – Brusco ritorno alla realtà per i mercati valutari e azinari svizzeri. In controtendenza rispetto al resto dei mercati europei, la Borsa elvetica è sottoposto a intense pressioni anche oggi dopo il tonfo di ieri (-8,48% a 8.418 punti).
A colpire le aziende quotate a Zurigo è la decisione a sorpresa della Banca nazionale elveticva di abbandonare il tetto minimo di cambio euro/franco che era fissato a 1,20 da settembre 2011.
Se l’Europa viene favorita da moneta debole, l’indice Smi perde in avvio il 2,60% a 8.183 punti, per poi accelerare temporaneamente al ribasso anche a -4%. Va detto che per una perdita del 5% denominata in franchi, la prova è significativamente in rialzo in termini di euro, come sottolineando gli analisti di Schroders.
Tra le altre conseguenze immediate dell’eliminazione del ‘peg’ tra franco ed euro ci sono state l’apprezzamento di circa il 18% della divisa elvatica sulla moneta unica e un nuovo minimo del cambio euro/dollaro sotto $1,16.
Nel grafico sotto si vede bene la differenza tra un mercato libero di agire (in ciano), un mercato bloccato dal ‘peg’ (verde) e un mercato che ritorna bruscamente alla realtà (magenta).
Sul versante delle commodity, è cresciuta la domanda di oro che è tornato a crescere, scambiando a 1.260 dollari l’oncia (ieri +2,7%). Le Borse europee stanno facendo meglio delle controparti americane.
A influire negativamente sui mercati azionari svizzeri sono anche le previsioni pessimiste di Ubs sull’economia, sul turismo e le esportazioni.
Gli analisti della banca elvetica prevedono “una marcata decelerazione dell’economia svizzera”, ma non un periodo di recessione, dopo la mossa sui cambi: la banca ha ridotto le prospettive di crescita per il 2015 allo 0,5% rispetto all’iniziale +1,8%.
Nel 2016 la progressione del prodotto interno lordo dovrebbe attestarsi all’1,1%, a fronte dell’1,7% pronosticato in precedenza.
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La sensazione è che la SNB potrebbe vedersi costretta a tornare ad agire sui tassi di cambio e di interesse. I tassi sui depositi interbancari sono stati portati al -0,75% dal -0,25%.
“Sembra che la Banca Nazionale Svizzera (SNB) abbia calcolato male le reazioni dei mercati, con il franco che ha guadagnato circa il 18% contro l’euro”, dicono gli econmisti di Petercam.
“Questo è un problema per l’economia elvetica, poiché circa il 50% delle esportazioni è diretto verso l’Eurozona. Gli esportatori svizzeri probabilmente non saranno in grado di affrontare un rafforzamento così significativo della divisa nazionale”.
(DaC)