ROMA (WSI) – I prezzi più bassi del petrolio e il rafforzamento dell’economia americana non saranno sufficienti a garantire che la congiuntura globale esca finalmente da un cammino di crescita “troppo bassa, troppo fragile e troppo sbilanciata”. E’ quanto ha avvertito, secondo il Financialo Times, il direttore dell’Fmi, Christine Lagarde.
A sette anni dalla crisi finanziaria, il mondo è ancora alle prese con ostacoli molto forti e “i prezzi del petrolio e la crescita degli Stati Uniti non sono la cura per la debolezza intrinseca che regna altrove Il punto è che “troppi paesi sono ancora zavorrati dall’eredità della crisi finanziaria, inclusi l’elevato debito e l’elevato tasso di disoccupazione. Troppe aziende e famiglie continuano a tagliare gli investimenti e i consumi perchè sono preoccupati per una crescita economica bassa in futuro”.
Nel corso della riunione che si è tenuta a Washington, e a cui erano presenti il premier britannico Cameron, il presidente della Fed Janet Yellen e Kack Lew, il segretario al Tesoro Usa, Lagarde ha spezzato una lancia in favore del Regno Unito, definendolo uno dei pochi paesi che sta trainando la crescita globale.
“Pochi paesi, soltanto pochi paesi, stanno trainando la crescita. Uno è gli Usa, dove la crescita è solida e per cui prevediamo anche che il 2015 sarà un anno positivo. E il Regno Unito, dove chiaramente la crescita sta migliorando, il deficit è stato ridotto e la disoccupazione sta scendendo”.
L’economia globale è alle prese con quattro grandi rischi: Il primo è stato definito dalla stessa Lagarde come una “super asincronia” nelle politiche delle banche centrali. Tale assenza di sincronia emergerà quest’anno, con la Fed che dovrebbe alzare i tassi sui fed funds per la prima volta dal 2006 e la Bce e la Bank of Japan che dovrebbero invece adottare o mantenere decisioni di politica monetaria ultra accomodanti.
Il secondo rischio è il potenziale “triplo colpo” a carico delle economie emergenti e in via di sviluppo, da parte di 1) tassi di interesse più elevati; 2) apprezzamento del dollaro; flussi di capitale più volatili. In particolare, la forza del dollaro avrà un “impatto significativo sui sistemi finanziari dei mercati emergenti”, dal momento che diverse banche e aziende hanno aumentato i loro prestiti in dollari negli ultimi cinque anni. Ancora, paesi come Nigeria, Russia e Venezuela fanno fronte a “pressioni valutarie enormi”, causa il collasso dei prezzi del petrolio.
Il terzo rischio principale è rappresentato da bassa inflazione e bassa crescita in Eurozona e Giappone, mentre il quarto rischio dalle crisi geopolitiche in paesi come Ucraina e in aree come quelle del Medio Oriente.
Lagarde ha affermato che, al fine di combattere tali rischi, i governi devono fare di più per avviare riforme strutturali. Lagarde ha anche ripetuto la richiesta dell’Fmi di investire in modo più incisivo sulle infrastrutture, di aumentare la partecipazione delle donne nella forza lavoro e di incoraggiare la liberalizzazione del commercio. I governi, ha concluso, devono adottare un approccio basato su un “nuovo multilateralismo”. (Lna)
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