ROMA (WSI) – Lui si chiama Athanasios Orphanides ed è un economista, ex governatore della Banca Centrale di Cipro fino al maggio del 2012, ex membro del Consiglio direttivo della Bce. Le sue opinioni sono state tenute sempre in grande considerazione nella Bce, dal momento che in precedenza è stato anche consulente senior presso la Federal Reserve.
Orphanides è ora sbottato e, in un’intervista rilasciata al Financial Times, ha criticato fortemente sia la Bce che la Germania: la Bce, perchè si sta inginocchiando di fatto ai diktat di Berlino riguardo al QE, accettando tra l’altro condizioni che violerebbero i trattati dell’Unione europea; la Germania, perchè sta pensando soltanto ai suoi interessi.
“E’ come se ormai fosse un dato di fatto che il modus operandi dell’Eurozona sia di chiarire le cose con la Germania, e che la Bce debba agire perseguendo il migliore interesse della Germania – ha detto – Tutto questo non è coerente e viola i trattati (UE)”.
Il risultato è che quasi sicuramente il QE ci sarà, ma alta è la probabilità che Draghi dica che anche le banche centrali nazionali si devono accollare il rischio dei bond acquistati. I titoli di Stato dei paesi meno virtuosi, insomma, ricadrebbero sui bilanci delle rispettive Banche centrali.
Ma “cambiare le regole per evitare la condivisione del rischio danneggia in modo assoluto l’efficacia del QE. Non è questa la migliore politica per l’Eurozona nel suo complesso e non è questa una politica monetaria unitaria”, sottolinea Orphanides, professore di economia presso il Massachusetts Institute of Technology. In più, ripete, si incorre in un’aperta violazione dei trattati Ue, che vietano che ci siano atteggiamenti di favore nei confronti di qualsiasi governo o banca dell’Unione.
Accettando le condizioni della Germania, dunque rifiutando il principio della condivisione dei rischi per il bene comune dell’Eurozona, la Bce darebbe il via a un “divorzio” nell’Unione monetaria.
Un “divorzio di velluto”, ha detto l’esperto, riferendosi alla “rivoluzione di velluto” che portò alla divisione non violenta della Cecoslovacchia in due Stati distinti.
Le obiezioni di Orphanides sono provate dalla storia. Fino a questo momento, la Bce ha sempre salvaguardato il principio della condivisione dei rischi. Nei precedenti schemi di acquisti di bond, i profitti e le perdite sono stati infatti sempre condivisi tra le singole banche centrali nazionali, proporzionalmente alle quote di capitale, che riflettono i contributi di ogni stato membro all’output dell’economia dell’Eurozona.
E Orphanides tiene soprattutto a sottolineare che quando ci fu il crack di Lehman Brothers, e di conseguenza la Bundesbank della Germania e la Banca centrale del Lussemburgo subirono perdite su quegli strumenti finanziari che avevano accettato a titolo di garanzia, “nessuno obiettò e tutti pagarono”. (Lna)
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