MILANO (WSI) – L’Euribor a 1 mese, da cui dipendono gli interessi sui mutui a esso legati, è sceso a meno 2 millesimi.
Significa che i mutui a tasso variabile legati all’Euribor sono diventati convenienti. A meno che la banca non abbia fissato un limite minimo per l’Euribor, al di sotto del quale non può scendere.
In tutti i modi è un buon momento per chi ha contratto un mutuo a tasso variabile. Un problema grave si presenta invece per quegli italiani sfortunati che hanno contratto un mutuo a tasso variabile in franchi svizzeri.
In Polonia e Ucraina sono talmente tanti i mutui contratti in moneta elvetica, che ora dopo il voltafaccia choc della banca nazionale svizzera sul valutario, minacciano di avere un impatto sull’economia reale.
Chi ha acceso un mutuo in franchi trae vantaggio dal calo del Libor, (il tasso interbancario svizzero equivalente dell’Euribor), il cui tasso a 3 mesi è sceso fino a -0,66%. Ma non a sufficienza per compensare il clamoroso incremento degli interessi per via dell’apprezzamento del franco.
Attenzione poi che le banche non impongano clausole speciali, per esempio per impedire che l’Eurbor o il Libor scendando sotto un certo limite, come lo zero.
L’Euribor, il tasso medio a cui avvengono le transazioni finanziarie in Euro tra le grandi banche europee, cambia regolarmente a cadenza giornaliera. A non cambiare è lo spread delle banche. L’interesse finale del mutuo è dato dalla somma dell’Euribor e lo spread applicato dalle singole banche.
Va ricordato che per i mutui con indice di riferimento Euribor, la scadenza delle rate è indipendente da quella dell’indice di riferimento usato. Si possono avere prestiti immobiliari con rate mensili che fanno riferimento all’Euribor a 1 mese come a 3 o 6 mesi, oppure mutui con rate trimestrali che fanno riferimento all’euribor a 1, 3 o 6 mesi, indifferentemente.
(DaC)