ATENE (WSI) – Dallo scoppio della crisi nel 2009, il debito greco non fa che aumentare. Rappresenteva il 120% del Pil a maggio 2010, prima che il Fmi, l’Ue e la Bce concedessero un pacchetto di aiuti esterni in cambio di riforme strutturali e misure di austerity che hanno messo in ginocchio la popolazione. Oggi il debito è ancora più alto, al 175% del Pil, in particolare perché il paese non cresce più.
Qual è allora la ricetta economica che Syriza, partito che raggruppa sinistra e verdi, ha in mente per rilanciare il paese disastrato? Innanzitutto una ristutturazione del debito detenuto dai creditori internazionali.
Lo spiega in un’intervista a Le Temps George Stathakis, il politico presentato spesso come il futuro ministro dell’Economia del favorito alla vittoria nelle elezioni di domenica, Alexis Tsipras.
Secondo lui le banche europee finiranno per accettare una ristrutturazione del debito, altrimenti il paese è spacciato e nessuno se lo augura.
“Vogliamo rinegoziare il debito su due basi. In primis, creare uno spazio budgetario per i prossimi 3-5 anni in modo che l’economia torni a crescere. Per farlo, vogliamo ridurre il rimborso degli interessi, in modo che passino dal 4,5% del Pil al 2%”.
Per far fronte ai problemi più sull’immediato, “discuteremo di una moratoria sul debito per qualche anno”. Il secondo problema riguarda la disposibilità dell’economia greca sul lungo termine. “Chiederemo una rinegoziazione in modo che il debito di lunga durata sia sostenibile.
È crucuale perché l’economia greca funzioni di nuovo su basi normali e possa avere un nuovo accesso ai mercati. Nel 1953 la Germania si è vista concedere la cancellazione di una parte del debito a livello europeo. Il nuovo governo greco, dovesse vincere Syriza come dicono i sondaggi preelettorali, metterà sul tavolo delle negoziazioni anche questo precedente.
Allo stesso tempo, pur avendo aperto alle trattative sul debito greco, né Angela Merkel né François Hollande sembrano pronti ad accettare un accordo in questo senso. La Finlandia ha già detto no. Con chi può negoziare allora il nuovo esecutivo greco?
“Con tutti – dice Stathakis – a partire dal momento in cui, lunedì, saremo il prossimo governo greco. Discuteranno con noi. Sono dei dirigenti europei eletti. Il processo democratico è l’elemento più forte e più coerente in seno all’Unione Europea.
Syriza non porterà il paese fuori dall’area euro. “È un paritto favorevole all’Ue e all’euro. Da sempre”. “Non abbiamo mai fatto di «Grexit» un tema durante le nostre campagne elettorali. Un’uscita dall’euro sarebbe un errore”.
“Vogliamo trovare una soluzione all’interno del quadro europeo. Il punto essenziale è farla finita con l’austerità, adottare delle politiche di crescita e elaborare delle basi serie per una vera giustizia sociale.
Le banche europee, fa capire il politico, professore di economia all’Università di Creta che in precedenza ha insegnato anche a Harvard, le banche europee finiranno per accettare ristrutturazione debito, altrimenti il paese è spacciato.
Fonte: Le Temps
(DaC)