MILANO (WSI) – Alla fine di una settimana da ricordare le banche Popolari cadono vittima delle prese di profitto dopo che i rappresentnati degli istituti hanno promesso battaglia dicendo che “faremo cadere la riforma” di Renzi.
A Piazza Affari i titoli degli istituti sono penalizzati dalle notizie uscite dalla riunione dei presidenti di uno dei principali poli del credito italiano. Senza sorpresa i rappresentati delle banche si sono opposti alla riforma del settore avviata dal governo, che giudicano “gravida di conseguenze negative”.
Il decreto dovrebbe favorire un processo di consolidamento nel settore, salutato con favore dai mercati nei giorni scorsi. Ma per i rappresentati delle società direttamente interessate rischia di “trasferire la proprietà di una parte rilevante del sistema bancario alle grandi banche internazional”..
Se il decreto di emergenza diventerà legge dieci banche popolari saranno trasformate in Spa e le regole sui diritti di voto cambieranno. L’eliminazione del voto capitario favorirà i blitz esterni e indebolirà la conduzione familiare.
La risposta dei rappresentanti delle Popolari non si è fatta attendere. Addirittura pare che Assopopolari abbia già redatto una perizia che attesterebbe l’incostituzionalità del decreto. Lo rivelano le ultime indiscrezioni stampa di Milano Finanza.
Assopopolari ha definito il decreto “ingiustificato” e ha annunciato la volontà di non lasciare nulla di intentato “perché il decreto venga meno”.
Il mercato teme che la riforma possa essere modificata o addirittura saltare come già successo in passato e i titoli delle popolari perdono terreno in mattinata.
Pop Emilia perde il 2,26% a 6,28 euro, Pop Milano il 3,59% a 0,6985 euro. Male anche il Banco Popolare (-3,49% a 11,60 euro) e Ubi Banca (-0,98% a 6,56 euro). In rosso anche Credito Valtellinese e Banca Etruria.
(DaC)