NEW YORK (WSI) – Il 2015 potrebbe entrare nella storia come uno di quei rari anni in cui i nove indici principali delle materie prime segnano un fase di ribasso. Ne è convinta la Banca Mondiale che, nell’ultimo rapporto sulle materie prime, pubblicato ieri, mette in evidenza che una situazione del genere non si verificava da almeno 12 anni.
Anche se i cambiamenti nella composizione dell’indice rendono difficile il confronto, l’ultima volta che c’è stato il contemporaneo calo risale alla crisi finanziaria asiatica o la recessione nel 1984 e nel 1985.
L’ultimo rapporto sulle materie prime arriva in un momento in cui i prezzi del petrolio hanno visto un calo del 55% nel corso degli ultimi sette mesi. Peggio è andata durante la Grande Recessione, quando si era verificato un calo del 75% e nel periodo compreso tra novembre 1985 al marzo 1986, quando il calo è stato del 67%.
Va ricordato che pochi giorni fa, La Banca Mondiale ha ridotto le sue stime per la crescita globale 2015 e 2016 per le deludenti prospettive economiche nell’eurozona, in Giappone e in alcune delle principali economie emergenti. Nel suo rapporto semestrale, la Banca ha previsto che l’economia si espanderà del 3% nel 2015 e del 3,3% nel 2016. In giugno gli economisti avevano previsto una crescita del 3,4% e 3,5% rispettivamente. Da parte loro gli Stati Uniti dovrebbero registrare un Pil del +3,2% (stime riviste al rialzo da +3%).
Una nota positiva è arrivata per la regione dell’Asia meridionale, mentre per la Russia le cose sono cambiate di molto. Da una crescita dell’1,5% ora le previsioni sono passate a una contrazione del 2,9% nell’anno in corso.
“L’economia globale viaggia con un motore solo… quello americano”, ha commentato il capo economista della Banca Mondiale Kaushik Basu. “Questo non rende una visione ottimistica a livello mondiale”.
(mt)