Economia

“La Grecia è Bear Stearns, l’Italia Lehman Brothers”

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ROMA (WSI) – “L’atteggiamento di compiacenza dei mercati verso la Grecia è un errore. Non perchè la Grecia di per sé rappresenti una enorme minaccia sistemica, ma perchè le stesse dinamiche politiche della Grecia arriveranno presto in Italia. La Grecia è Bear Stearns, l’Italia è Lehman Brothers“. E’ quanto scrive W. Ben Hunt, responsabile della gestione del rischio di Salient, società che gestisce asset per $21,6 miliardi con sede a Houston, in Texas.

Nella sua sezione “Epsilon Theory: osservare i mercati attraverso le lenti della teoria dei giochi e della storia”, Hunt parla delle condizioni in cui versa l’Eurozona in più punti. Ce n’è anche per il presidente della Bce, Mario Draghi” e per il QE annunciato la scorsa settimana.

Hunt ricorda che i mercati hanno reagito positivamente all’annuncio dello scorso giovedì 22 gennaio, e questo perchè Mario Draghi ha raddoppiato l’ammontare previsto per il QE. Ma questo non è un “open ended QE” (ovvero un QE senza fine), contrariamente a quanto molti hanno pensato, dal momento che una data finale è stata comunque fissata al settembre del 2016.

Inoltre “la condivisione del rischio o, piuttosto, la sua assenza, conta. Draghi ha infatti ottenuto l’approvazione del QE raddoppiato minimizzando la mutualizzazione del rischio del QE tra i paesi europei. L’80% degli acquisti di bond verrà effettuato dalle banche centrali nazionali, con la Germania che acquisterà solo bond governativi tedeschi, la Francia solo titoli francesi, etc”.

Per Hunt questo punto è “importante per due ragioni”. La prima è che, nel caso in cui l’Italia o la Spagna dovessero uscire dai binari, il bilancio della Bundesbank non sarebbe, almeno nell’immediato, danneggiato. La seconda, è che questo è il motivo per cui i bond tedeschi stanno mettendo a segno un rally superiore a quello dei titoli periferici. E’ anche il motivo del rally dei Treasuries, dal momento che non è possibile mantenere uno spread enorme tra gli unici bond risk-free rimasti al mondo”.

Proseguendo: Nelle operazioni di tail risk – che presentano dunque un rischio considerato estremo, “di coda” – così come nelle commedie, il tempismo è tutto. Anche se pensate che scommettere sulla crisi dell’euro presenti un profilo di rischio/premio asimmetrico in modo attraente (e questo è quanto penso io), si tratta comunque di un carry trade pesantemente negativo. (Si parla di “negative carry” come di quella situazione in cui il costo di detenere uno strumento finanziario eccede il rendimento guadagnato. Una situazione di carry negativo è dunque tipicamente non desiderabile perchè significa che l’investitore sta perdendo soldi)”.

“Se non sapete cosa significa (continua Hunt sul negative carry trade), allora sapete che o dovete giocare diverse volte per fare in modo che la fortuna volga a vostro favore (e la natura delle crisi sistemiche rende ciò impossibile), o dovete fare centro con il vostro tempismo”.

Infine: “in un mercato guidato dai fondamentali bisogna guardare ai flussi di fondi; in un mercato guidato dalla narrativa (riguardo alla quale Draghi sarebbe un maestro) bisogna guardare ai flussi della narrativa. Con l’annuncio di Draghi dello scorso giovedì, non esiste più una narrativa ulteriore che possa sostenere i mercati (in sintesi, non ci sarebbero più armi nell’arsenale di parole della Bce). O, per spiegarlo in termini di teoria del gioco, la seconda derivata della Narrativa dell’Onnipotenza della banca centrale è appena diventata negativa. Ci siamo spostati da un flusso di narrativa in accelerazione a un flusso di narrativa in decelerazione, e quel punto di flesso è profondamente importante nel gioco. Inizia la lunga slide grigia della “Entropic ending”, La fine entropica, che Hunt spiega nel sito Salient in questo modo. La fine entropica, “né fuoco né ghiaccio, né felice né scioccante, dove la trasformazione della politica monetaria di emergenza in un programma governativo permanente crea un periodo di bassa crescita, un equilibrio politico di bassa inflazione che può durare per decenni. L’azionario andrà su e giù, ma non molto in entrambe le direzioni (…) Non ci sono né mercati orsi secolari né mercati toro secolari nella Fine Entropica, solo una ossificazione di un crescente mediocre status quo“. (Lna)

Salient