MILANO (WSI) – Borsa Milano in ribasso insieme all’azionario europeo, che scende dal massimo in sette anni, dopo la scia rialzista più duratura dallo scorso aprile. Incidono negativamente le notizie poco confortanti su Siemens e Royal Philips, e il tonfo dei titoli bancari sulla borsa di Atene. Ftse Mib -0,53% a 20.645,82 punti. L’Eurostoxx cede circa un punto e mezzo percentuale.
Atene chiude a -3,69%. I bond greci scendono per il secondo giorno consecutivo. I mercati anticipano un periodo difficile, fatto di complicati negozaiti tra il nuovo governo Tsipras e Bruxelles. Il titolo a tre anni rende l’14,01%, in rialzo dell’1,97%. Il rendimento del decennale sale al 9,48%.
A pesare sono le parole pronunciate dal portavoce economico di Syriza, che ha detto che “non è realistico” aspettarsi che la Grecia ripaghi tutto il suo enorme debito, stimato in 320 miliardi. Euclid Tsakalotos ha aggiunto che “nessuno ritiene che il debito greco sia sostenibile”.
Selloff superiori al 10% per le banche come Eurobank Ergasias, National Bank of Greece, Piraeus Bank, crollate ai minimi record. In generale gli investitori ritengono comunque che l’ipotesi Grexit, ovvero dell’uscita della Grecia dall’euro, sia improbabile.
Anche sul Ftse Mib e nel resto d’Europa (Germania su tutti) soffrono i bancari. Ma i peggiori sono i titoli industriali, come Fiat Chrysler Automobiles (-3,35%) che negli ultimi tempi era stato favorito invece dal dollaro forte, Cnh Industrial (-3,33%), Stm (-2,79%), Moncler (-2,48%) e Mediaset (-2,2%).
Restando sul piano societario, Siemens è scesa -3% circa, zavorrando i titoli industriali, dopo aver sofferto un calo degli utili. Philips -6% circa, dopo aver comunicato di essere indietro nel raggiungimento dei target finanziari del 2016. Il caso “Siemens è preoccupante in quanto la Germania è una potenza industriale e buona parte del suo business è rappresentata dall’export – ha commentato in una intervista rilasciata a Bloomberg Jasper Lawler, analista di mercato presso CMC Markets a Londra – Ci sarà inoltre molta attenzione sulle trattative tra la Grecia e la Troika. Ci sarà volatilità e ciò sta contribuendo ad alimentare il sentiment di sfiducia sulle capacità dell’Eurozona”.
Sullo sfondo, si guarda ancora al bazooka monetario della Bce, che favorisce i titoli di Stato italiani nel mercato primario. I rendimenti dei Ctz con scadenza 2016 sono scesi ai minimi record e la domanda, anche per i Btpei a 5 e 30 anni, è stata sulla parte più alta della forchetta.
Sul valutario l’euro l’euro in spolvero, risale dai minimi in 11 anni testati alla vigilia e avanza +1,17% sul dollaro $1,1369. Euro/franco svizzero +1,41% a CHF 1,0295. Euro/yen +0,46% a JPY 133,75.
Tra le materie prime, i futures sul petrolio Usa +1,4% a 45,78 dollari al barile, Brent +1,12% a $48,70. Oro sempre solido, +0,93% a $1.293,38. Argento +0,82% a $18,07.
L’azionario asiatico ha chiuso al massimo in due mesi, la debolezza dello yen ha sostenuto i listini nipponici (lo yen ha però fatto successivamente dietrofront). I titoli cinesi sono avanzati per il quinto giorno consecutivo, con l’indice benchmark Shanghai Composite ai massimi in cinque anni. Protagonisti soprattutto i buy sul settore tecnologico, sulla scia di speculazioni secondo cui i titoli beneficeranno dell’incremento delle spese per la difesa da parte del governo.
(Lna-DaC)