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Wall Street chiude in rosso, ma sopra i minimi

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NEW YORK (WSI) – Giornata pesante per la Borsa Usa, complice la pubblicazione del dato sugli ordini di beni durevoli che a dicembre sono inaspettatamente scesi del 3,4% contro un consensus per un +0,3%.

Nel finale: Dow -1,65% a 17.387 punti, lo S&P 500 -1,34% a 2.029 punti mentre lo S&P 500 fa – 1,34% a 4.681 punti.

Va detto che in una giornata dai volumi sottili (gran parte degli operatori di borsa e’ rimasta a casa in previsione di una tempesta di neve che non e’ stata storica come avevano previsto i meteorologi), le variazioni delle quotazioni sono state amplificate. La Grecia resta sullo sfondo ma oggi gli investitori si sono concentrati sul lato domestico: una serie di trimestrali ha deluso, come quelle di Microsoft (-8,51%) e Caterpillar (-7,15%). Inoltre dal fronte macroeconomico sono arrivati dati contrastanti che – secondo alcuni – potrebbero convincere la Federal Reserve a essere ancor piu’ “paziente” nell’iniziare ad alzare i tassi.

L’andamento negativo delle piazze europee non aiuta: si riaccende il timore di tensioni tra il nuovo governo greco e i creditori internazionali.

La delusione per le prime trimestrali è notevole finora e il mercato azionario americano è messo sotto pressione. Inoltre le sale di trading sono deserte, per via dello stato di allerta neve: rischio volatilità. Trader e gestori lavorano per lo più da casa. Trascinato in particolare dal settore energetico, il paniere allargato ha messo a segno un rialzo dello 0,3% la vigilia. Ma oggi pesa la delusione per i ricavi di blue chip come Microsoft e Dupont. Il fatturato si è infatti rivelato in entrambi i casi inferiore alle attese.

Tornando ai dato macro, a dicembre gli ordini di beni durevoli sono inaspettatamente scesi del 3,4% contro un consensus per un +0,3% dicembre, un segno preoccupante delle spese da parte delle aziende che aggiunge incertezza all’outlook economico degli Usa. L’indice S&P Case-Shiller mostra inoltre che i prezzi delle case nelle principali 20 aree metropolitane sono saliti del 4,3% nell’anno finito a novembre, sotto il +4,5% atteso dal mercato e sotto i rialzi a doppia cifra visti a inizio 2014. Il rallentamento dei prezzi riflette la debolezza nella domanda.

La delusione degli ordini è in parte mitigata dal dato sulla fiducia dei consumatori americana, balzata in gennaio a 102,9 punti da 93,1 punti in dicembre. Il dato reso noto dal Conference Board e’ nettamente migliore delle attese degli analisti che si attendevano un rialzo piu’ modesto a quota 95 punti.

Tra i trader circola l’idea che se i dati macro Usa deluderanno ulteriormente, la Federal Reserve – che inizia oggi la sua prima riunione del 2015 – potrebbe ritardare l’inizio del rialzo dei tassi di interesse. Nel comunicato che verra’ diffuso domani gli investitori si aspettano ancora segnali di “pazienza”.

Microsoft cede il 10%, per un valore equivalente a 4 anni di dividendi. DuPont l’1,5%. Male anche Pfizer, i cui profitti hanno fatto peggio delle previsioni. In ribasso anche i titoli di Procter & Gamble e United Technologies, che hanno annunciato che i risultati fiscali annuali saranno penalizzati dal dollaro forte.

Oggi a mercati chiusi saranno Yahoo! e Apple a riportare i conti. In tutto in giornata sono 27 i gruppi che rendono noti i conti trimestrali.

Sul valutario l’euro l’euro risale dai minimi in 11 anni testati alla vigilia e avanza +0,30% a $1,1271. Dollaro/yen -0,35% a JPY 118,01. Euro/franco svizzero -0,10% a CHF 1,0135. Euro/yen -0,07% a JPY 132,99.

Tra le materie prime, i futures sul petrolio Usa +0,47% a 45,36 dollari al barile, Brent +0,46% a $48,38. Oro piatto, +0,09% a $1.280,50. Argento -0,41% a $17,91.

All’indomani delle vendite, sui Treasury tornano gli acquisti. Il mercato riscopre beni rifugio con una serie di trimestrali deludenti della corporate America e dati macroeconomici sotto le stime. Il decennale vede rendimenti – che si muovono inversamente ai prezzi – in calo all’1,7582% dall’1,830% di ieri. Il titolo a tre mesi viaggia allo 0,0228%