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Quirinale: Renzi vuole Mattarella, Forza Italia voterà scheda bianca

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ROMA (WSI) – L’impressione è che bisognerà aspettare sabato per sapere chi sarà il prossimo presidente della Repubblica, che prenderà il posto di Giorgio Napolitano, dimessosi due settimane fa.

I partiti principali non hanno ancora trovato un accordo su un nome e questo potrebbe allungare i tempi dell’elezione con diverse votazioni a vuoto. Il PD candida ufficialmente Sergio Mattarella, ma dal quarto scrutinio.

Forza Italia e Area Popolare (Ncd e Udc) voteranno scheda bianca alle prime tre votazioni. Intanto secondo alcune fonti sarebbe in corso un incontro riservato tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano per decidere la linea sul nome di Sergio Mattarella.

Le delegazioni dei due partiti si sono incontrate alla Camera, esprimendo una forte critica “per il metodo usato” e la decisione di votare scheda bianca alle prime tre votazioni.

“La candidatura di Sergio Mattarella, con tutto il rispetto che merita, non è accettabile. Non lo voteremo e riteniamo una forzatura quella messa in atto dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Ci rammarichiamo per il metodo che inspiegabilmente non ha previsto la nostra condivisione per un candidato realmente forte, di garanzia e che rappresentasse l’unità nazionale”. Lo dichiara in una nota Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia.

Intanto ai microfoni di Rai Radio 2 ‘Un Giorno da Pecora’, il leader della Lega afferma: “Sono emozionato per Mattarella Presidente, lui è l’ennesimo cattocomunista, due palle! Forza Italia? Magari non lo votano all’inizio ma poi lo votano…”.

“Noi per il Quirinale votiamo Vittorio Feltri, anche per quindici giorni di fila”, ha aggiunto Salvini.

“Abbiamo deciso di votare Sergio Mattarella alla quarta votazione come indicato dal Pd”, dice invece Riccardo Nencini, Psi, secondo cui anche senza l’appoggio di Fi “penso che i voti ci siano, assolutamente sì”.

Il M5S voterà invece Sergio Imposimato. L’ala a sinistra del PD guidata da Civati, scriverà il nome di Prodi. Detto questo, Mattarella ha già incassato il sostegno, a partire dalla chiama di sabato, di Sel, Scelta Civica e Popolari per l’Italia, dopo che ieri c’era stata una esplicita apertura da parte di 25 parlamentari ex del Movimento Cinque Stelle.

MA CHI È MATTARELLA?

“Sergio Mattarella è uomo della legalità, della battaglia contro le mafie, della politica con la p maiuscola”. E’ quanto ha detto invece Matteo Renzi, davanti ai grandi elettori del Pd.

“E’ stato uno dei pochi democristiani che ha avuto il coraggio di dimettersi”, ha detto Renzi; dalla platea si è sentita qualche flebile protesta, che ha portato il premier a fare una battuta: “Stiamo rischiando di perdere il voto di Fioroni”.

Renzi ha ricordato che la legge elettorale che ha preso da Mattarella il nome, “il Mattarellum, ha avuto il grande merito di inserire almeno parzialmente i collegi, che impongono ai politici di metterci la faccia sul territorio”.

Infine Matteo Renzi ha fatto riferimento al periodo in cui Mattarella fu ministro della Difesa e l’Italia “visse momenti difficili nella politica estera, con momenti delicati nei Balcani”.

“Gestimmo le missioni internazionali vicino a casa, ma venne abolito il servizio militare”, ha affermato Renzi, sottolineando come l’impegno nel settore della Difesa sia “una delle caratteristiche richieste a un presidente della Repubblica e il profilo internazionale”.
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A parte la legge elettorale che lo ha reso famoso, Mattarella è stato vice premier del governo D’Alema, ministro dell’Istruzione, ministro dei Rapporti con il Parlamento e ministro della Difesa.

Nel 1990 si è dimesso per protestare contro il disegno di legge Mammì, che puntava al riassesto del panorama radio televisivo. In realtà per i detrattori altri non era che un mantenimento dello status uo, che vedeva la posizione dominante del gruppo mediatico di Silvio Berlusconi.

È probabile che il tre volte premier non veda di buon occhio Mattarella anche perché quando Forza Italia chiese l’ingresso nel Partito popolare europeo, il 73enne politico, che ha perso il fratello ucciso dalla mafia, disse “è un incubo irrazionale”.

Mattarella è stato tra gli artefici della fondazione del Partito Popolari italiano di cui è stato capogruppo e fiero avversario della candidatura di Rocco Buttiglione alla segreteria dopo le dimissioni di Martinazzoli.

DA SABATO I NUMERI CI SAREBBERO

Renzi ha fatto ieri il nome di Mattarella sia a Pierluigi Bersani che a Silvio Berlusconi. Questo, per tentare di avere l’appoggio sia della minoranza del Pd che di Forza Italia.

E di fatto la minoranza Pd sarebbe d’accordo ma non Berlusconi, che dice: “il candidato ancora non c’è”.

Pd e Forza Italia al primo scrutinio voteranno scheda bianca, Lega e Fratelli d’Italia Vittorio Feltri. Il candidato ufficiale del M5S è Ferdinando Imposimato, nome scelto online dagli iscritti certificati prima di luglio 2014 tra una rosa di nove nomi, tra cui comparivano anche quelli di Romano Prodi e Bersani.
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Secondo si è classificato proprio il bolognese due volte premier, che potrebbe essere usato come arma del movimento una volta che basterà la maggioranza assoluta (505 voti) per eleggere il sostituto di Napolitano.

Anche Bersani si è piazzato abbastanza in alto, una posizione sotto il podio. Tra gli altri candidati c’erano Raffaele Cantone, Nino Di Matteo, Elio Lannutti, Paolo Maddalena, Salvatore Settis e Gustavo Zagrebelsky.

Da sabato i numeri per eleggere Mattarella sulla carta ci sarebbero. Un PD compatto, con i voti di Sel (30) e Scelta Civica (45), che hanno garantito il loro appoggio dalla quarta chiama, basterebbe in teoria per la maggioranza assoluta.

LA GENTE VORREBBE RODOTÀ O PRODI

Sergio Mattarella è “una persona di assoluta lealtà, correttezza, coerenza democratica e alta sensibilità costituzionale”. E’ quanto afferma il presidente emerito Giorgio Napolitano, a margine della votazione per il suo successore, in corso di svolgimento alla Camera. Ma gli italiani gli preferiscono due persone.

Stefano Rodotà (37%), Prodi (33%), prima di Mattarella, sarebbero infatti i nomi preferiti dagli italiani, secondo l’ultimo sondaggio Demopolis.

Tra i “papabili”, molto apprezzati anche il giudice costituzionale Sergio Mattarella, con il 26%, e il presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone, con il 25%, entrambi con consensi tendenzialmente trasversali; leggermente più staccati, tra il 22 ed il 20%, Piero Grasso, Anna Finocchiaro e Walter Veltroni.

(Lna-DaC)