NEW YORK (WSI) – Il poderoso rally del petrolio non e’ bastato a risollevare Wall Street, dove gli indici si preparano a finire la seduta in calo. Non appena il greggio aveva terminato gli scambi con un +8%, i listini avevano recuperato quota complice l’accelerazione del comparto energetico (+1,32%).
Mentre cercano di spiegare la volata del greggio, gli operatori di mercato continuano a valutare con attenzione una prima lettura del Pil del quarto trimestre 2014 sotto le stime, trimestrali della Corporate America contrastanti e rinnovate tensioni in Grecia.
Il Dow Jones cede l’1,45%, a quota 17.165, l’S&P 500 segna un calo dell’1,30% a quota 1.995 punti, il Nasdaq perde l’l’1,03%, a quota 4.635 punti. Il petrolio ha guadagnato in settimana il 5,8% ma il mese e’ comunque negativo per il 9,4%. L’oro intanto ha archiviato il mese di gennaio con un +6,8%, il migliore bilancio mensile dal luglio 2013.
A un’ora e mezza circa dall’avio delle contrattazioni: il Dow segna -0,49% a 17.331 punti, il Nasdaq perde lo 0,39% a 4.665 punti mentre lo S&P 500 scivola dello 0,61% a 2.010 punti.
La crescita economica Usa nel quarto trimestre ha deluso e il mercato azionario paga dazio. Il Pil ha subito un rallentamento della crescita a +2,6% nell’ultima parte dell’anno. Nel terzo trimestre aveva segnato un incremento del 5%. Per l’intero anno l’incremento e’ stato del 2,4% rispetto al 2013, poco di piu’ della media del 2,2% dei precedenti quattro anni. Per fare un confronto, nei quattro anni prima della recessione la media era stata del 3,2%.
Sempre dal fronte macro: nel mese di gennaio, la fiducia dei consumatori calcolata dall’universita’ del Michigan si e’ stabilizzata a 98,1 punti dai 98,2 punti della prima lettura del mese. Il dato e’ pressoche’ in linea con le previsioni, che erano per una conferma a 98,2 punti, mentre e’ superiore al mese precedente, quando si era fermata a 93,6 punti.
Intanto il mercato continua a digerire la pioggia di trimestrali con Eli Lilly (+1,61% nel pre-mercato) che conferma come la Corporate America stia soffrendo per un dollaro forte. All’indomani dei conti superiori alle stime Amazon vede un +12,75% e Visa, che si prepara a uno split azionario, aggiunge il 3,3%.
Esordio boom per gli hamburger di Shake Shack a Wall Street. Nato come una bancarella mobile di hot-dog all’interno di Madison Square Park a New York – vicino al celebre edificio con la forma a ferro da stiro, il Flatiron building – il gruppo ha fatto il suo debutto sul New York Stock Exchange aprendo le contrattazioni a quota 47,21 dollari, in rialzo del 120% rispetto al prezzo di collocamento fissato ieri a 21 dollari.
Ieri la numero uno della Fed Janet Yellen ha detto che l’economia è solida. Insieme al recupero dei prezzi del petrolio ha favorito la rimonta dei listini azionari sul finale.
Sul valutario, l’euro scambia in marginale rialzo (+0,05%) sul dollaro a 1,1327. Nei confronti del franco il tasso di cambio è 1,0452 (-0,04%). Sullo yen 133,43 (-0,35%). Il dollaro invece vale 117,82 yen (-0,41%).
La corsa degli investitori verso beni rifugio sta sostenendo i prezzi dei Treasury, che di conseguenza vedono i rendimenti scendere. La delusione legata alla prima lettura del Pil americano del quarto trimestre ha spinto il rendimento del trentennale su un nuovo minimo record pari al 2,249%. Quello del decennale resta vicono ai minimi di 20 mesi all’1,666%.