NEW YORK (WSI) – Dopo essere sceso nelle ultime 47 sedute su 51, l’indicatore punto di riferimento per avere un’idea sullo stato reale dell’economia e sulle condizioni delle attività commerciali mondiali sta collassando.
Ma non si direbbe, a giudicare dai media mainstream, che non danno assoutamente il resoconto del calo senza precedenti di quello che viene considerato il ‘leading indicator’ del settore import-export globale.
Stiamo parlando del Baltic Dry Index, indicatore che misura il carico effettivo delle navi cargo container.
Eppure sembra impossibile ignorare il fatto che l’indice dei costi delle spedizioni di navi cargo non è mai stato più basso di 554 punti, dove si trova invece al momento.
Per le società attive nel settore e per chi spera in una ripresa è indubbiamente una cattiva notizia.
Ad alimentare i cali odierni dell’indicatore – che viene misurato in base al carico effettivo delle grandi navi porta-container – è stato il crollo delle importazioni e esportazioni cinesi riportato in mattinata.
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Già l’anno scorso l’inizio d’anno era stato molto difficile, con il Baltic Dry Index che aveva subito un crollo a candela del -35%, il peggior inizio d’anno in 30 anni (dal 1984) per il commercio internazionale.
Sebbene vada scontato certamente un fattore ‘stagionale’ – dal momento che un ribasso nel periodo subito successivo alle festività è fisiologico – il fatto che il calo si sia prolungato anche in febbraio, subendo anzi un peggioramento deve fare suonare un campanello d’allarme.
(DaC)