BRUXELLES (WSI) -“Non mi aspetto un risultato oggi, siamo chiari: questo è l’inizio delle discussioni; ci sarà un altra riunione dell’Eurogruppo, originariamente programmata per lunedì. Andremo passo per passo, cominciando da oggi”, così il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem, arrivato a Palazzo Lex, a Bruxelles, in occasione della riunione straordinaria dei ministri delle Finanze dell’Eurozona, convocata per tentare di risolvere il problema del debito greco.
“Esprimerò la mia speranza che i greci continuino a rispettare il ritmo delle riforme: l’anno scorso sono tornati alla crescita, ed è cruciale per la Grecia che mantengano quel ritmo. Come e a quali condizioni? Ne discuteremo oggi”, ha aggiunto.
Se l’Eurogruppo non deciderà niente, la Grecia potrebbe invece scegliere tra qualche ora tra l’Europa e la Russia. D’altronde Mosca ha manifestato l’intenzione di andare incontro ai bisogni di Atene, in attesa del vertice di Minsk sulla crisi ucraina e dopo che si è parlato ampiamente della base militare a Cipro, che Nicosia dovrebbe prestare per “rifornimenti” agli aerei russi.
Mosca “prenderà in considerazione” un eventuale finanziamento al governo greco, che a sua volta subisce “la linea illegittima tenuta dall’Ovest”, ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, durante l’incontro a Mosca con il suo omologo greco Nikos Kotzias.
“Abbiamo rapporti di lunga data in tutti gli ambiti, compreso quello tecnico-militare. Ci aspettiamo che queste relazioni continuino. Stiamo preparando accordi supplementari che possano consolidare il quadro giuridico in questo campo”, ha aggiunto Lavrov in una conferenza stampa tenuta dopo il colloquio. “Manteniamo inoltre amichevoli contatti militari reciproci”.
“Abbiamo discusso oggi anche la situazione finanziaria della Grecia, che è in una situazione difficile pure a causa della linea unilaterale, illegittima dei nostri colleghi occidentali – ha continuato Lavrov –
Yanis Varoufakis ha confermato in un’intervista al quotidiano tedesco Stern l’intenzione di chiedere un taglio del debito pubblico, ritenendolo insostenibile nel breve.
Il ministro olandese dell’Economia, nonché presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem ha dichiarato che i leader delle Finanze europei sono “estremamente volenterosi” e aperti a un dialogo che possa portare a una soluzione condivisa. Dijsselbloem e gli altri ministri si augurano che un accordo sia raggiunto al più tardi al prossimo meeting, il 16 febbraio.
Mentre le dichiarazioni di facciata delle autorità europee sono ottimiste, la realtà sottostante è di natura ben diversa. Le informazioni trapelate ieri sull’estensione di sei mesi del prestito alla Grecia hanno fatto infuriare alcuni alti funzionari a Bruxelles. Uno di loro ha detto all’agenzia stampa MNI che “i greci si stanno scavando la fossa da soli”. Nel frattempo il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schauble, il principale oppositore del piano di emergenza salva Grecia, ha detto che se Atene non riesce a negoziare un nuovo pacchetto, “è finita”.
Il suo principale rivale sul tavolo delle contrattazioni a Bruxelles, il ministro ellenico Yanis Varoufakis, gli ha risposto dichiarando iniziata l’era del “post-bailout”. Il capo del Tesoro, che oggi presenterà un nuovo programma per ridurre il passivo statale ellenico, pari al 175% del Pil, ha osservato che “se un debito non può essere ripagato la conseguenza naturale è una svalutazione”.
C’è un altro problema di non poco conto: gran parte del debito che Atene deve ripagare lo deve a Bce e Fmi, più che ai paesi membri dell’Eurozona.
Intanto, in concomitanza con il vertice straordinario nella capitale belga, a Mosca il ministro degli Esteri greco, Nikolaos Kotzias, vedrà la sua controparte russa Sergei Lavrov.
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Proprio nell’esatto momento in cui il ministro delle Finanze è a Bruxelles per discutere del fururo del paese indebitato nell’area euro, il nuovo ministro degli Esteri sarà al Cremlino dove potrà ottenere aggiornamenti in tempo reale sulle trattative in corso in Europa.
In mancanza di un’àncora di salvataggio dell’Europa – il governo Tsipras chiede un prestito ponte fino a fine agosto – oggi Atene potrebbe gettare le basi per un accordo con i russi.
Ovviamente autorità statunitensi ed europee tremano all’idea: Putin, l’uomo più odiato e temuto dal mondo industrializzato occidentale – potrebbe per esempio chiedere in cambio di una linea di credito, la costruzione di una base militare sul suolo greco.
Sarebbe un evento senza precedenti, dal momento che la Grecia, non va dimenticato, è uno stato membro della Nato.
Sui mercati la tensione è alta. La borsa di Atene ha chiuso in calo -4% e i tassi sui bond decennali si sono riavvicinati all’11%.
(DaC-Lna)