NEW YORK (WSI) – La ripresa dell’economia mondiale è nella migliori situazioni anemica, ma aumentare la partecipazione delle donne nel processo produttivo potrebbe cambiare in meglio la situazione. La pensa così Christine Lagarde, direttore generale del Fondo monetario internazionale (FMI), che in un post riportato dal sito della Cnbc che, numeri alla mano, ha mostrato che una reale parità nella forza lavoro tra uomini e donne aumenterebbe il prodotto interno lordo (PIL) del 5 per cento negli Stati Uniti, il 9 per cento in Giappone, il 12 per cento negli Emirati Arabi Uniti e il 34 per cento in Egitto.
Anche in Italia, la spinta sarebbe significativa: secondo le proiezioni citate da Lagarde, parte di uno studio sulla discriminazione delle donne sul lavoro condotto dall’Fmi, l’Italia vedrebbe salire il Pil di un consistente 15%.
Un processo, quello della parità nel mercato del lavoro, che pare ancora lontano dall’essere realizzato per via di quelle che Lagarde definisce come “cospirazioni insidiose”. “Quasi il 90 per cento dei paesi hanno almeno una limitazioni legislative, e alcuni ne hanno molte”, ha osservato, citando ostacoli tra cui richiedono il permesso del marito per lavorare e blocco donne di alcune professioni.
Il problema quello sollevato da Lagarde che è tornato sotto riflettori questa settimana in seguito al discorso dell’attrice Patricia Arquette durante la notte degli Oscar che, ritirando il premio come miglior attrice non protagonista, ha ribadito la necessità di una parità nelle retribuzioni. “Abbiamo combattuto per i diritti di tutti gli altri, è ora di ottenere la parità di retribuzione una volta per tutte, e la parità di diritti per tutte le donne negli Stati Uniti”, ha detto Arquette. (mt)