Dopo che, nel 1999, varie societa’ legate al sistema Linux, quali Red Hat (RHAT) e Va Linux (LNUX) sono state quotate in borsa al Nasdaq, ora e’ la volta di LinuxCare.
LinuxCare (LXCR) lancera’ infatti una Ipo (offerta pubblica) con l’obbiettivo di raccogliere 92 milioni di dollari.
Nel 1998 LinuxCare aveva fatturato appena 500 mila dollari e ne aveva persi 10,6 milioni, ma la societa’ prevede un futuro migliore, soprattutto per quando il sistema Linux verra’ adottato dalla maggioranza delle societa’ dell’Internet.
A credere nel futuro di LinuxCare sono anche i sottoscrittori dell’offerta, CS First Boston, la societa’ di venture capital Kleiner Perkins Caufield& Byers, che detiene il 22% dell’azienda, Patricof & Co. che ne possiede l’8,7%, e il McKenna Group, con una partecipazione del 2,1%.
Apparentemente anche Caldera Systems (CALD), diretta concorrente di LinuxCare e’ d’accordo sul futuro del sistema Linux.
Ha infatti annunciato la scorsa settimana l’intenzione di raccogliere 58 milioni di dollari attraverso una Ipo affidata a Robertson Stephens.
In tutt’altro settore, Atlas Pipeline (APL), che aveva annunciato un’Ipo di 2,5 milioni di azioni ad un prezzo variabile tra i 14 e i 18 dollari, ha ridimensionato il suo ingresso a Wall Street.
La divisione di Resource America (REXI), creata per l’acquisto di sistemi di approvvigionamento di gas naturale da Atlas America e Resource Energy, intende ora mettere sul mercato 1 milione e mezzo di titoli tra i 13 e i 14 dollari.
Il collocamento verra’ effettuato da Friedman Billings Ramsey.
Una Ipo che invece (e’ il caso di dirlo) affonda prima di lasciare il porto e’ quella di Miami Cruise Lines (CRUZ), la societa’ che provvede a creare negozi ‘duty free’ e aste d’arte sulle navi.
L’offerta iniziale di 125 milioni di dollari e’ stata cancellata a causa di cambiamenti nella direzione aziendale.