NEW YORK (WSI) – L’economia statunitense si è espansa a un ritmo più accelerato del previsto nell’ultimo trimestre dell’anno scorso ma del 60% inferiore rispetto ai tre mesi precedenti.
La crescita, tuttavia, è stata rivista al ribasso e il deficit commerciale si è ampliato, ma i fondamentali sottostanti rimangono solidi.
Il Pil è cresciuto del 2,2% su base annuale, meno del +2,6% stimato dalle autorità il mese scorso. Gli analisti scommettevano in media su un risultato di +2,1%. È stato il trimestre più negativo dal -2% del primo trimestre 2014.
La principale ragione dietro alla revisione al ribasso è stata il netto peggioramento del contributo in arrivo dalle scorte delle imprese private, che invece di aggiungere lo 0,82% al Pil, come era stato riportato un mese fa, hanno contribuito solo per uno 0,12%.
Le spese al consumo hanno registrato invece un incremento che non si vedeva dal primo trimestre del 2006 e i guadagni visti in altre componenti della domanda interna fanno pensare che il rallentamento della crescita dovrebbe essere un fattore stagionale temporaneo.
I consumi, che contano per più di due terzi dell’attività economica americana, sono stati rivisti al ribasso di un decimo di punto percentuale al 4,2%. Si tratta a ogni modo del miglior risultato dai primi tre mesi di 9 anni fa.
Le condizioni economiche globali sono ancora difficili, ma le aziende sono meno riluttanti a spendere in attrezzature (dati rivisti a +0,9% dal -1,9% precedentemente riportato).
Ma alla luce delle ultime rilevazioni di gennaio circa le intenzioni di spesa delle società, un’accelerazione nel primo trimestre è possibile dopo 4 mesi consecutivi di cali.
Nel terzo trimestre il Pil era cresciuto del 5%, nel secondo era salito del 4,6%, mentre nel primo c’era stata una contrazione del 2,1%.
Chris Williamson di Markit ha osservato che il rallentamento non dovrebbe preoccupare più di tanto le autorità di politica monetaria, che probabilmente manterranno un approccio cauto nei confronti di una stretta monetaria. Un rialzo dei tassi di interesse dovrebbe arrivare in giugno.
La Fed non deve preoccuparsi, secondo l’analista, perchè il rallentamento della crescita è in gran parte dovuto alla riduzione degli acquisti di merce aziendali, su cui ha influito lo sciopero negli hub commerciali portuali.
“Sul fronte degli investimenti sono invece giunte buone notizie, con le spese aziendali nelle attrezzature che sono salite al tasso annuale del +0,9%, invece del -1,9% precedentemente riportato”. Da parte loro, le spese al consumo sono rimaste solide nonostante la revisione al ribasso.
(DaC)