STOCCOLMA (WSI) – La banca centrale svedese è entrata in un territorio inesplorato quando ha deciso di imporre tassi di interesse negativi nel tentativvo disperato di combattere la deflazione.
L’esperimento, tuttavia, si sta ritorcendo contro la Riksbank, ponendo problemi seri alle banche principali del paese.
Circa la metà dei bond governativi europei hanno ormai tassi negativi. Un fenomeno del genere distrugge i profitti delle banche, che sono perlatro sempre più riluttanti a prestare all’economia reale.
Le banche commerciali europee potrebbero finire per alzare i tassi di interesse sul denaro prestato ai clienti – come stanno già facendo delle banche negli Stati Uniti.
Normalmente una banca è semplicemente un mezzo di intermediazione dove incanalare i soldi che la gente vuole mettere da parte per i momenti di bisogno o investimenti futuri.
In uno scenario di tassi negativi è tutto stravolto. Secondo il guru dei bond Bill Gross, i tassi sotto zero distruggono il modello capitalistico. Invece di investire nell’economia reale, le multinazionali possono prendere denaro a prestito allo zero percento e comprare azioni proprie, che rendono il 2-3% se ci si basa sul dividendo, e offrono un ritorno da investimento del 6-7% se si tiene conto del rapporto tra stime degli utili e prezzo di borsa.
Nel caso svedese, adottando una politica di tassi negativi la banca centrale chiede alle banche e ai clienti di pagare per poter detenere soldi presso il suo istituto. In teoria questo dovrebbe spingere banche e clienti a spendere subito i propri risparmi, alimentando di conseguenza l’attività economica e aumentando l’inflazione.
Ma in un contesto economico difficile non è sempre così, come mostra il caso svedese. Nel paese scandinavo, dopo la flessione dello 0,3% di dicembre rispetto a un anno prima, i prezzi al consumo sono scesi dello 0,2% in gennaio, sempre su base annuale.
Inoltre le banche, che non possono più abbassare il costo di finanziamento, vedranno i profitti scendere oppure si vedranno costrette ad alzare i tassi di interesse chiesti alla clientela sui loro prestiti, proprio per colmare le perdite subite per via delle mosse della banca centrale.
È quanto sta accadendo per esempio alle banche di risparmio regionali tedesche, che dipendono fortemente nei depositi bancari della clientela e che stanno facendo fatica a trarne profitti.
Un calo dei profitti del settore bancario è imminente anche in Svezia ed è quello che rischia di succedere a tutti i paesi le cui banche centrali imporranno tassi sotto zero alle proprie banche.
(DaC)