ROMA (WSI) – Sorpresa negativa dal settore manifatturiero tedesco. E’ di oggi la notizia del crollo degli ordinativi all’industria, che a gennaio hanno segnato una flessione -3,9% su base mensile. Hanno sofferto soprattutto le commesse per l’estero, -4,8%, rispetto agli ordinativi arrivati dal mercato interno (-2,5%).
Il ministro dell’economia ha però sottolineato che il calo si spiega con le commesse che hanno caratterizzato il mese di dicembre (il dato è stato rivisto infatti al rialzo a +4,4%). La flessione è comunque ben più netta del -1% atteso dal consensus di Bloomberg, anche se su base annua la variazione è stata -0,1%.
Detto questo, si teme che i rischi che incombono sulla domanda esterna possano frenare l’espansione.
“L’attività manifatturiera in Germania appare piuttosto debole rispetto a quella retail domestica e dei servizi – ha commentato a Bloomberg Thomas Harjes, economista senior per l’Europa presso Barclays, a Francoforte – La domanda più debole da Stati Uniti e Cina, soprattutto per i veicoli, potrebbe in parte spiegare l’assenza di un momentum migliore nel settore manifatturiero tedesco”.
D’altronde, in quel calo degli ordini alle esportazioni del 4,8% va incluso un tonfo -9% degli ordinativi da parte dell’Eurozona.
Con un euro che buca la soglia di $1,11 e che torna sui minimi in 11 anni, ci si chiede se una valuta debole basti a garantire la crescita delle esportazioni. Certo, molti partner commerciali della Germania sono in Eurozona, ma che dire della domanda più debole da Usa e Cina? (Lna)