LONDRA (WSI) – L’ex ministro delle Finanze polacco, protagonista della rinascita economica del paese dell’est Europa, sostiene che la Bce debba stampare denaro fresco da investire nella creazione di posti di lavoro e in nuovi progetti di infrastrutture, senza andare a gonfiare i già alti livelli di debito dei governi dell’area euro.
Altrimenti l’Unione Europea potrebbe spaccarsi. La proposta dell’economista e politico conservatore di origini britanniche Jacek Rostowski, a capo del Tesoro polacco dal 2007 al 2013, non è nuova e riporta in auge il dibattito su come trovare la quadra tra politiche fiscali e monetarie in Europa.
Nello specifico il piano è il seguente: usare il bilancio enorme della banca centrale europea per spendere soldi slegati dal debito nell’economia, in quantità e modi che saranno decisi indipendentemente dalla Bce stessa.
L’istituto di Francoforte fornirebbe così soldi freschi alle agenzie comunitarie europee, come la Banca degli Investiemnti (BIS), da spendere nella costituzione di progretti utili, per finanziare direttamente la creazione di nuovi posti di lavoro e progetti di infrastuttura, senza aumentare i debiti governativi.
Se Rostowski, che ha rimesso in sesto in sei anni l’economia disastrata della Polonia, ha ragione, le riforme strutturali chieste dalle autorità europee ci potrebbero mettere tra i 10 e i 15 anni per generare i primi effetti significativi.
A quell’ora l’Unione Europea, alle prese con elevati tassi di disoccupazione e un elettorato che guarda con sempre più favore alle formazioni di estrema destra e sinistra, potrebbe non esistere già più. L’unica speranza per la sopravvivenza della regione è che l’economia si riprenda in fretta.
Il problema con il piano di Rostowski è che, come sostengono Jean-Claude Trichet, ex presidente della Bce, e Jürgen Stark, che ha avuto il ruolo di chief economist presso la banca centrale dal 2006 al 2011, si rischierebbe di creare inflazione e minare la credibilità della Bce, che non può fare quello che vuole del proprio bilancio, e di riflesso della moneta unica.
Tuttavia, i soldi creati ogni anno senza gonfiare ulteriormente i debiti dei singoli membri, potrebbero essere una decisione puramente della Bce, che è da statuto un istituto indipendente incaricato di mantenere la stabilità dei prezzi.
Venduta così, la proposta non minerebbe l’indipendenza della banca centrale e nemmeno la stabilità dei prezzi dell’Eurozona.
Fonte: Deutsche Welle
(DaC)