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Borsa Milano accelera nel finale, Atene -4%

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MILANO (WSI) – Borsa di Milano dà una buona prova di resistenza, accelerando anzi nel finale. Ftse Mib chiude con un rialzo +0,57% a quota 22.564 punti. Lo spread tra Btp e Bund decennali rimbalza oltre +6% e torna sopra i 97 punti base. Tassi sui BTP decennali in calo all’1,28%.

Sul versante macro, il sentiment nella zona euro ha toccato il massimo degli ultimi sette anni e mezzo a marzo, aiutato dall’annuncio del programma di quantitative easing della Bce, che ha messo in secondo piano le preoccupazioni per la situazione in Grecia.

I titoli della ‘periferia’ sono a livelli storicamente bassi di rendimento e l’euro sotto 1,10 dollari è su livelli mai visti in 11 anni.

Nelle sale operative europee si respira una certa tensione, in particolare perché i mercati sono spaventati dalle prospettive che la Grecia e l’Eurogruppo non riescano a trovare un accordo sul piano di riforme presentato da Atene e rispedito al mittente.

Ore concitate, con il ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble che fa diversi riferimenti alla parola troika – che il premier greco non voleva più sentire – e il numero uno dell’Eurogruppo Jeroen Dijssembloem che ammette che “si sta perdendo davvero troppo tempo”.

L’indice azionario di Atene ASE ha ceduto -4% circa, oscillando al minimo in quasi tre settimane, con il titolo della banca Piraeus Bank che ha perso oltre il 10%. I rendimenti dei bond greci a tre anni sono saliti di 187 punti base fino al 15,91%. Il tasso sui titoli decennali è salito al 9,96% dal 9,5% di venerdì.

Nel giorno del lancio del QE, i tassi sui debiti governativi dell’Eurozona sono scesi. L’obiettivo del piano straordinario di allentamento monetario è quello di immettere liquidità nel mercato per interrompere la spirale della ricaduta dei prezzi e per riportare l’inflazione vicino al target Ue del 2%. L’intervento comporta riduzione degli interessi pagati dall’Italia sul debito pubblico.

Da oggi Francoforte, per rilanciare la crescita, inizia una maxi iniezione di liquidità nell’eurozona rastrellando titoli, in gran parte di Stato, ad un ritmo di 60 miliardi di euro al mese. L’intenzione è di continuare almeno fino alla fine di settembre 2016 o comunque fino a quando l’inflazione invertirà la rotta.

L’arsenale messo in campo da Mario Draghi è di 1.140 miliardi di euro. Di tale somma l’Italia, rende noto Bankitalia, riceverà 150 miliardi di euro (come anticipato dalla Cgia di Mestre nel fine settimana); di questi, 130 miliardi di euro di bond saranno acquistati da Bankitalia, che vedrà il proprio bilancio crescere del 30%. Sarà possibile acquistare anche bond sovrani con rendimento negativo, ma non al di sotto del tasso Bce sui depositi che al momento è pari a -0,20%. [ARTICLEIMAGE]

Occhio ai rendimenti dei titoli di stato tedeschi, con quelli dei bond con scadenze fino a sette anni, che sono negativi. Il tasso sul Bund decennale tedesco scende invece allo 0,32%.

Con i tassi così bassi, stando a quanto riporta il Wall Street Journal, gli investitori sono orientati verso strategie che possano garantire rendimenti più alti. Di conseguenza, si parla di un maggior sostegno verso i debiti più rischiosi. Gli stessi dati di BNP Paribas mostrano che nella prima settimana di marzo, flussi in entrata di ben 851 milioni di euro si sono diretti verso il mercato europeo dei debiti ad alto rendimento, al valore più alto in assoluto.

Tornando al Ftse Mib, da segnalare i rialzi di Mps +1,27%. A due velocità le Popolari mentre il governo potrebbe porre la fiducia sul decreto di riforma del settore. Gli analisti di Goldman Sachs hanno bocciato il Banco Popolare -0,58% e promosso invece Pop Milano (+1,68%). Pop Emilia accelera del +3,51%. Tra altri bancari Intesa +0,61%, Unicredit +0,25%. Tra i titoli di altri settori, Eni +19,91%, GTech -1,31%, Moncler -2%.

Titolo Generali oltre +1% dopo le indiscrezioni di stampa su una cedola superiore alle previsioni. In denaro Finmeccanica, +1%. Hitachi pagherà 9,5 euro per azione per Ansaldo STS dopo un aggiustamento legato al dividendo.

Tra i titoli in ribasso, Telecom Italia (-2,12%). Secondo la stampa di sabato la Cassa Depositi e Prestiti cercherebbe un accordo con Vodafone, Wind e Telecom su Metroweb. Oggi però dice che un’intesa su Metroweb è improbabile e che Telecom continuerà l’investimento sulla rete in maniera autonoma.

Sul valutario, euro poco mosso, +0,02% a $1,0847, non lontano dai minimi record testati lo scorso venerdì. Dollaro/yen +0,31% a JPY 121,20; euro/franco svizzero +0,10% a CHF 1,0704. Euro/yen +0,40% a JPY 131,45.

Tra le materie prime, i futures sul contratto WTI scambiato a New York accelerano al rialzo e guadagnano +1,25% a $50,23 al barile. Brent -0,23% a $59,59. Oro +0,25% a $1.167,20. Argento -0,23% a $15,77.

Seduta negativa nel complesso per l’azionario asiatico sulla scia dei cali di Wall Street. Il rapporto occupazionale migliore delle previsioni ha alimentato le speculazioni su un rialzo dei tassi di interesse anticipato rispetto al previsto della Federal Reserve.

Il governo giapponese ha abbassato le stime di crescita dell’economia nazionale all’1,5 per cento nel 2015, rispetto al 2,2 per cento stimato a febbraio. C’è anche una notizia positiva: la maggior parte delle revisioni deriva dall’andamento delle scorte. La domanda è invece in miglioramento, così come il mercato del lavoro.

Aumenta a un nuovo record l’avanzo della bilancia commerciale cinese in febbraio. L’export ha registrato un balzo del +48,3% rispetto ad un anno prima. La Cina resta il maggiore esportatore al mondo, ma salari e yuan in rialzo potrebbero ridurre il surplus con il passare del tempo, anche perché i volumi delle importazioni hanno tenuto bene.

Tra i principali listini asiatici, il Nikkei 225 della Borsa di Tokyo è sceso -0,95%. Sidney -1,31%, Seoul -1%, mentre positiva Shanghai, +1,88%.

(DaC-Lna)