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Riforme: niente accordo, si va verso il referendum

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ROMA (WSI) – Se ci sarà riforma del Senato o meno sarà il popolo a deciderlo. L’annuncio è del premier Matteo Renzi che deve fare i conti con i no dell’opposizione e le proteste dei dissidenti del suo partito.

“Puntiamo al referendum”, dichiara Renzi. Alla vigilia del voto finale alla Camera sul disegno di legge costituzionale, è un messaggio tanto ai partiti di opposizione, quanto alla minoranza Pd.

“Nessuno può permettersi di fermare il cambiamento”, dichiara “tosto e deciso” il premier. E ribadisce che il testo dell’Italicum sarà approvato così com’è, senza modifiche. Un proposito che, lo avverte la sinistra dem, rischia di spaccare il Pd e far saltare l’intero percorso delle riforme.

Mentre il primo ministro si augura che le prospettive economiche continuino a migliorare – “è probabile che nel primo trimestre il Pil torni positivo”, dice – arriva il no di Forza Italia alle riforme. Berlusconi ha spiegato i motivi della decisione, presa “per dire no all’arroganza e alla prepotenza del Partito Democratico”.

Obiettivo: recuperare l’elettorato “moderato” anche per lanciare una lotta interna al dissidente Raffaele Fitto che chiede primarie con regole certe per avviare un programma e un candidato del partito.

È un messaggio anche per la Lega Nord, dimostrando che il partito si allontana dalla linea di governo. Ci sono ancora due anni per discutere di un’eventuale alleanza tra i due partiti di destra.

Il vice segretario del PD Lorenzo Guerini l’ha definito un errore politico, che mantiene la distanza tra gli ex ‘pattisti’ del Nazareno, tanto che appena inizia a circolare la voce di un incontro tra il premier e l’ex Cavaliere del Lavoro già domani, viene seccamente smentita da entrambe le parti.

Intanto nella Lega il rischio di scissione resta. Tosi, governatore della regione Veneto, che rischia la ‘scomunica’ lancia un appello per un progetto di unità nazionale del centro destra.

(DaC)