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Borsa Milano peggiora: euro buca $1,05. Tonfo petrolio, -4%

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MILANO (WSI) – Borsa Milano in rosso, Ftse Mib -0,42% a 22.714 punti: si mette in evidenza nel finale il tonfo di Eni, che pesa dopo essere stato sospeso per eccesso di ribasso, complici le ultime notizie che riguardano la società. Dopo aver perso fino a -7%, Eni chiude la sessione in calo -4,59%.

Non aiuta il tonfo dei prezzi del petrolio, con i futures sul contratto WTI che registrano una forte perdita, -4% a $45,17. Brent -2,45% a $55,68. A pesare sono le dichiarazioni dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, secondo cui la produzione in Usa non dà segni di rallentamento e le scorte di petrolio stanno aumentando anziché diminuire. Oro +0,03% a $1.152,30. Argento -0,04% a $15,51.

Sul valutario, l’euro segna un nuovo e pesante crollo, bucando per l’ennesima volta questa settimana la soglia di $1,05. E secondo Goldman Sachs il trend al ribasso persisterà ancora, fino a portare la moneta unica ben sotto la parità. Focus anche sulla sterlina, che ha toccato i minimi di quasi cinque anni contro il biglietto verde a $1,4723 (-1,06%): crescono i dubbi su un rialzo dei tassi in Inghilterra. Il numero uno della Bank of England, Mark Carney, ha detto di non avere alcuna fretta di imporre una stretta monetaria nonostante i segnali positivi giunti dal fronte economico.

Eur/usd -1,34% a $1,0492; dollaro/yen -0,04% a JPY 121,23. Euro/franco svizzero -1,11% a CHF 1,0543. Euro/yen -1,36% a JPY 127,19.

Tra gli indici azionari europei, focus sul Dax tedesco, ben impostato per la nona settimana consecutiva di guadagni, la striscia positiva più lunga dal 1998. Anche il Cac francese è in progresso da lunedì, in una settimana che ha visto le piazze finanziarie dell’area euro favorite dal piano di QE della Bce, che ha al contempo inflitto un colpo durissimo all’euro, sceso ai minimi di 12 anni sul dollaro. Un discorso a parte merita il Ftse 100 britannico che è in calo del 2,2% dalla chiusura di venerdì scorso.

Il programma straordinario di stimolo monetario da 1.100 miliardi di euro adottato da Mario Draghi ha schiacciato gli Spread e i tassi dei bond europei ai minimi record. Ma il forte tonfo dei tassi sta a indicare anche un contesto caratterizzato da un mix di bassa crescita e di bassa inflazione, se non di deflazione.

Rimane poi il caso Grecia, sempre protagonista. Oggi sotto i riflettori l’incontro tra il premier Alexis Tsipras e il numero uno della Commissione europea Jean-Claude Juncker e i nuovi avvertimenti lanciati dal ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble; in primo piano anche la proposta europea secondo cui Atene, per dotarsi di liquidità, dovrebbe congelare il pagamento degli stipendi e delle pensioni fino a due mesi.

Sul listino italiano attenzione rivolta ai titoli delle società che hanno pubblicato i conti societari. Pesante Tod’s dopo dati deludenti -6,27%. Il risultato netto è calato del 27% nell’esercizio 2014, mentre i ricavi sono rimasti sostanzialmente stabili.

Un’altra società del lusso, Ferragamo, è sotto i riflettori. Ieri a mercati chiusi ha riportato i conti 2014 mentre alcuni broker hanno rivisto al rialzo i target price. Titolo +0,49%.

Sempre all’interno del settore continua la corsa dei titoli Yoox (+4,40%). Enel -0,39% dopo la trimestrale, che ha visto un calo degli utili del 32% e un fatturato in crescita +10,1%.

Banche miste, fatta eccezione per MPS -2,89%. Le popolari smorzano i guadagni iniziali messi a segno dopo l’approvazione alla Camera della riforma del governo che porterà alla trasformazione di 11 istituti in spa. Bper +0,19%, BPM -0,16%, BP -0,28%. Tra altri bancari, Intesa +0,26%, Unicredit -0,40%. Tra i titoli di altri settori Enel Green Power -2,67%, Azimut +3%, A2A +2,14%, Tenaris -3,06%. Tonfo anche di Saipem -5,78%.

L’andamento del titolo FCA è stato aiutato dalle parole dell’AD Marchionne che ieri appena prima della chiusura dei mercati ha precisato che “la Ferrari vale più di 7 miliardi”. “Non ci faccio niente con 7 miliardi”, ha detto. Per il manager di origini svizzero canadesi è “tecnicamente” possibile che il partner sia Ford o General Motors. FCA balza +4,63%.

Il mercato asiatico è avanzato dopo il rimbalzo della Borsa Usa. Il calo inaspettato e pesante delle vendite al dettaglio – che vengono dalla striscia di mesi negativi più lunga dal crac di Lehman – ha rafforzato l’opinione secondo cui la Fed manterrà i tassi di interesse più a lungo del previsto nella maggiore economia al mondo.[ARTICLEIMAGE]

L’indice MSCI della regione Asia Pacifico guadagna lo 0,1%, riducendo i cali settimanali all’1%. Il listino giapponese Nikkei chiude sopra quota 19.000 per la prima volta dal 2000. Il progresso è dell’1,39% a 19.254,25 punti.

I mercati scommettono su una stretta monetaria a settembre. I futures sui Fed funds quotano tale possibilità al 53%, in calo dal 56% di mercoledì ma sempre sopra il 49% registrato il 5 marzo, un giorno prima della pubblicazione del report occupazionale di febbraio.

(Lna-DaC)