ROMA (WSI) – La banca centrale della Russia ha tagliato il principale tasso di riferimento per l’ennesima volta, al fine di stimolare l’economia del paese prostrata dal calo del petrolio e dalle sanzioni imposte dall’Occidente.
I tassi sono stati tagliati dell’1% al 14% dopo che erano stati ridotti al 15% dal 17%, alla fine di gennaio.
In un comunicato che ha accompagnato l’annuncio, la Banca centrale ha sottolineato che “i rischi sono ancora verso un raffreddamento più significativo dell’economia”.
Inversione di rotta, dunque, per la politica monetaria del paese, dopo il maxi rialzo dei tassi, a dicembre, dal 10,5% al 17%, deciso per combattere la minaccia dell’inflazione e il forte deprezzamento del rublo. Allora, la manovra fu accolta da diverse critiche, incluse quelle del presidente Vladimir Putin.
Rimane il problema del rublo, che nell’arco degli ultimi 12 mesi, ha perso quasi -70% nei confronti del dollaro. E permane anche il problema dell’inflazione, al 16,7% secondo i dati diffusi a febbraio. (Lna)